Václav #49

8 - 26 marzo 2021

Dal punto di vista sanitario questo è probabilmente il momento più difficile della pandemia per i Paesi del V4. In Polonia e Ungheria la curva epidemiologica è in costante ascesa; in Repubblica Ceca e Slovacchia c’è una frenata, ma aumenta l’impatto politico del virus. A Bratislava, il governo rischia di cadere. A Praga, in vista delle elezioni parlamentari dell’autunno, il premier ceco Andrej Babiš va male nei sondaggi.  

E prosegue intanto la battaglia di Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki, i premier ungherese e polacco, contro Bruxelles. La questione è la solita: lo stato di diritto. L’uomo forte di Budapest è inoltre impegnato, sul terreno Ue, a trovare una collocazione per Fidesz, il suo partito, dopo lo strappo con i popolari. 

Chiudiamo questa edizione del Václav con una sezione dedicata a sport e cultura. 

Buona lettura!


Focus Covid


La pressione esercitata dalla terza ondata dell’epidemia di Covid19 sui sistemi sanitari del gruppo Visegrád, è ancora molto alta. In Polonia, probabilmente, la situazione peggiore. Da settimane si assiste a una costante crescita nel numero dei contagi e dei decessi. Gli ospedali sono in difficoltà. Il Paese, da sabato 20 marzo, è in semi-lockdown. Chiusi centri commerciali, cinema, teatri, impianti sportivi e istituti scolastici. Dal 27 marzo chiudono anche asili, asili nidi, parrucchieri, estetisti e negozi di mobili con metratura superiore ai 2mila mq. Ne scrivono Politico e Ansa. Quest’ultima ricorda inoltre, con un ulteriore lancio, che i casi di positività hanno sfondato il muro dei due milioni. Quanto alla campagna vaccinale, il passo è abbastanza lento, come quello del resto d’Europa. Quasi cinque milioni di persone hanno ricevuto la prima dose, poco più del 10% della popolazione.

Momento molto grave anche in Ungheria dove la media dei nuovi casi giornalieri è superiore a 7mila. Decessi in aumento. Le restrizioni, simili a quelle in atto nel resto d’Europa, continueranno almeno fino all’inizio di aprile. C’è inoltre un programma di sostegno alle attività economiche e commerciali particolarmente colpite dalle chiusure. Quanto alla campagna di vaccinazione, gli effetti dell’utilizzo di Sinopharm e Sputnik V sembra positivo, al netto delle discussioni che i sieri cinese e russo generano a Bruxelles e dintorni. Associated Press riporta che proprio grazie ai preparati non-Ue l’11,9% dei cittadini ungheresi ha ricevuto almeno la prima dose del vaccino, rispetto alla media europea, circa il 7%.

Nonostante un lieve calo nei contagi la Slovacchia resta per intero in zona nera, il quarto e più alto livello di allerta pandemica nazionale. Su scala regionale, invece, dal 22 marzo 15 distretti regionali - compreso quello di Bratislava - sono tornati in zona rossa con una lieve attenuazione delle misure restrittive predisposte per frenare la diffusione dei contagi. Non accadeva dall'inizio di febbraio. Dal 20 marzo, e fino al 28 aprile, non sarà comunque possibile viaggiare all’estero se non per giustificati motivi. Via Buongiorno Slovacchia. Sul fronte dei vaccini, l’arrivo delle prime 200mila dosi del siero russo Sputnik V ha portato tempesta nel governo, che rischia di cadere. Troverete i dettagli più avanti, scorrendo la newsletter. Per finire, AstraZeneca: nessuna interruzione. Per accelerarne la somministrazione è stato da poco inaugurato un grande centro di vaccinazione realizzato all'interno dello Stadio Nazionale di Bratislava. La notizia su Slovak Spectator.

Situazione epidemiologica analoga anche in Repubblica Ceca, con la curva dei contagi che ha iniziato la sua parabola discendente. Ma la pressione sugli ospedali rimane ancora elevata e il tasso di mortalità è uno dei più alti al mondo. Le misure in vigore per contrastare la crisi sanitaria resteranno in vigore fino a Pasqua, ma il governo vorrebbe estenderle fino al 27 aprile. Se ne discuterà in parlamento venerdì prossimo, riporta Radio Praga. E proprio le restrizioni, o meglio la rabbia nei loro confronti, hanno portato alla nascita di alcuni movimenti di opposizione. Otevřeme Česko – Chcípl Pes (Apriamo la Repubblica Ceca) già protagonista delle proteste dei mesi scorsi, è diventato un partito e si appresta a correre alle prossime elezioni parlamentari. Ne scrive Kafkadesk. 

Vaccini, infine. Per ovviare alle mancate consegne di AstraZeneca, Praga guarda fuori dall’Ue. Si è accodata a Danimarca e Austria, che nelle scorse settimane avevano avviato trattative con Israele per la produzione dei vaccini. Anche l’Ungheria è entrata in questo patto. Lo riferisce l’Ansa.

L’andamento del tasso della mortalità per milione di abitanti nei Paesi del V4. Via Our world in data.

L’andamento del tasso della mortalità per milione di abitanti nei Paesi del V4. Via Our world in data.


Polonia

Recovery Fund, la battaglia continua Eu News e Il Fatto Quotidiano riportano la notizia del ricorso di Polonia e Ungheria alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Il nodo è il cosiddetto meccanismo che prevede riduzioni del flusso di fondi Ue nei confronti di Paesi accusati di violare lo stato di diritto. Un passaggio troppo vago e troppo poco articolato, sostengono Varsavia e Budapest, secondo le quali questo meccanismo è stato pensato proprio nei loro confronti.

Ennesima pagina del confronto politico-legale di questi anni tra le due “capitali ribelli” e Bruxelles. E un’altra se ne riapre. Il governo polacco ha annunciato la ripresa dei tagli conservativi nella foresta primordiale di Białowieża. Nel 2018, la Corte di giustizia europea aveva ordinato il blocco dei disboscamenti, ritenendoli in contrasto con lo status di area protetta della foresta. Per Varsavia, la ripresa dei tagli non riguarderà alberi centenari, ed è comunque necessaria per evitare la diffusione di un batterio. Da Euronews.

Nuovo attacco alle famiglie arcobaleno La normativa vigente già vieta le adozioni da parte delle famiglie Lgbt+ (così come il matrimonio), ma in alcuni comuni è possibile procedere con l’adozione, se effettuata da un singolo membro della coppia. Il governo polacco intende bloccare legalmente anche questa possibilità, riferisce la Bbc in un pezzo in cui si raccontano le difficoltà delle famiglie arcobaleno. La maggioranza della popolazione, secondo i sondaggi, approverebbe la stretta.

Intanto, sempre sul fronte dei diritti Lgbt+, si registra la polemica tra Parigi e Varsavia. Il ministro della Cultura di Parigi, Clément Beaune, gay dichiarato, ha fatto sapere che durante un viaggio in Polonia per incontrare gli esponenti della comunità Lgbt+ e verificare la situazione sul campo, le autorità polacche lo avrebbero dissuaso dal visitare la cittadina di Kraśnik, uno dei circa cento comuni polacchi dichiaratisi “liberi da ideologia Lgbt+”. Varsavia nega. Da Reuters.

Pedofilia, i silenzi della Chiesa Negli ultimi anni sono emerse con costanza vicende torbide di abusi nei confronti di minori da parte di esponenti della chiesa cattolica polacca, come di relative coperture operate dai loro superiori. Una commissione nazionale è al lavoro per far luce su questi scandali, e ha appena notificato alla procura di Cracovia quattro circostanze di insabbiamento, scrive Associated Press, ricordando che la legge polacca obbliga i membri della chiesa a denunciarle.

Tassa sulla stampa, interviene il Consiglio dEuropa Il Consiglio d’Europa, organo consultivo paneuropeo che si occupa di diritti umani e democrazia, interviene sulla legge, in via di discussione, che imporrebbe una “tassa di solidarietà” agli editori, con cui sostenere la sanità, piegata dal virus. La misura ha scatenato le proteste del mondo giornalistico: la vede come un colpo fatale per la libertà di stampa. Il Consiglio d’Europa, con una lettera al premier Mateusz Morawiecki, auspica che “la soluzione non leda il pluralismo dei media e l’accesso alle idee, tutelati dall’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti umani”. Qui la lettera.

Wałęsa fuori pericolo Un intervento programmato: la sostituzione della batteria del pacemaker. Ma l’ex presidente polacco, 77 anni, aveva fatto temere il peggio prima dell’operazione, diffondendo sui social un messaggio denso di preoccupazione, questo: “Senza sapere quando ci incontreremo di nuovo o se semplicemente ci incontreremo di nuovo, vorrei dire che ho fatto tutto il possibile per servire la nazione”. L’operazione è andata bene, a ogni modo, ha riferito l’entourage dell’ex presidente, scrive Il Giorno.


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Repubblica Ceca

Verso le elezioni L’incerta gestione della pandemia potrebbe risultare un fattore decisivo per l’esito delle prossime elezioni parlamentari. Secondo gli ultimi sondaggi Ano, il partito del premier Andrej Babiš, ha perso diversi punti percentuali e attualmente risulterebbe essere il secondo partito con il 20,5% delle preferenze, mentre il primo partito sarebbe quello dei Pirati con il 22%. La coalizione formata da questi ultimi e dal partito dei Sindaci (Stan) si attesterebbe al 34%. Per governare con tranquillità si presume quindi un’alleanza Pirati/Sindaci con la coalizione di centrodestra Insieme (Spolu), formata da Kdu-Čsl, Ods e Top09 che al momento riscuote il 17,5% di gradimento. I dettagli del sondaggio, su Kafkadesk

Come viene però fatto notare da Andreas Pieralli su East Journal, a venire in soccorso di Ano potrebbe giungere il presidente della Repubblica, Miloš Zeman, che recentemente ha dichiarato di voler nominare come  premier il rappresentante del partito che prenderà più voti. Considerando il risicato margine che separa Ano dai Pirati, questa affermazione lascia intendere che la partita sia dunque ancora aperta, anche se la mossa di Zeman appare assai spregiudicata e potrebbe portare a un crisi costituzionale. 

Risarcimento per le donne rom costrette alla sterilizzazione Tra gli anni ’70 e ’80 migliaia di donne di etnia rom che vivevano nell’allora Cecoslovacchia, furono sottoposte a sterilizzazione forzata. Una pratica brutale che è proseguita, seppur con numeri inferiori, fino agli albori del nuovo millennio. Ora la Repubblica Ceca ha deciso di risarcire quelle donne, che i dissidenti di Charta ’77, definirono vittime di un genocidio. Il parlamento ha approvato il disegno di legge che prevede un risarcimento di 12mila euro a persona. Lo riporta Rainews


Soldi dall’Ue per l’occupazione Repubblica Ceca e Slovacchia hanno ricevuto rispettivamente un miliardo di Euro e 330 milioni di euro dalla Commissione Ue per combattere la disoccupazione causata dalla pandemia di covid-19. Si tratta di un pacchetto di aiuti provenienti dal programma di emergenza Sure, di cui ha beneficiato anche l’Italia con un aiuto pari a 3,9 miliardi di Euro. La notizia su Kafkadesk

No alle quote ceche al supermercato Il senato ha respinto un emendamento al disegno di legge che prevede l’introduzione di quote per la vendita di cibo ceco nei negozi al dettaglio. Questa misura prevede che i negozi con più di 400 metri quadri di superficie vendano almeno il 55% di prodotti cechi in categorie selezionate, come carne e verdure. Entro il 2028 l’asticella verrebbe alzata al 73%. Il disegno di legge, presentato dal partito di estrema destra Spd (Libertà e democrazia diretta) aveva passato l’approvazione della camera bassa del parlamento anche grazie all’appoggio di Ano. Il sostegno è stato però ritirato dallo stesso Babiš qualche ora dopo, e di conseguenza è arrivato lo stop al senato. Se ne occupa Radio Praga.


Ungheria

Internazionale dei nazionalisti  Come annunciato nell’edizione precedente di Václav, il partito ungherese Fidesz ha lasciato il Ppe formalizzando uno strappo tra la famiglia dei popolari europei e la visione nazional-conservatrice del partito di Orbán chiara già da molto tempo. Su Linkiesta, Mauro Pasquini fa un’analisi dettagliata e molto netta per spiegare che questo divorzio era già scritto al momento dell’unione.

Intanto Orbán prepara i passi successivi e ha già dichiarato l’intenzione di creare un gruppo comune con le esperienze politiche più affini alla sua linea in Europa, quella dei polacchi di Diritto e Giustizia (PiS), ma anche degli italiani della Lega e di Fratelli d’Italia, come riportato dal Manifesto.

Jarosław Kaczyński e Viktor Orbán,

Jarosław Kaczyński e Viktor Orbán,

La guerra dei media Già dai primi numeri di Václav abbiamo registrato i passi costanti del governo Orbán volti a occupare lo spazio mediatico con i messaggi e la visione che il governo stesso vuole dare all’Ungheria. In questa cornice, si registra l’intervento del garante per le telecomunicazioni di Budapest che ha aperto un procedimento legale contro Rtl Hungary, la principale emittente tv ungherese, rea di diffondere messaggi di apertura verso la comunità Lgbt+. Lo riporta Euractiv.

Per provare a spezzare il monopolio governativo sui media, arriva un aiuto dall’esterno e in particolare da Deutsche welle. La radio internazionale tedesca infatti ha dichiarato l’intenzione di riprendere le trasmissioni in ungherese dopo vent’anni di assenza dall’etere. Lo scopo è quello di offrire un’informazione accessibile potenzialmente a tutti i cittadini ungheresi e alternativa rispetto alle linee guida del governo di Budapest. Su Linkiesta, Simone Benazzo ne ha parlato con il nostro Lorenzo Berardi. 

Sul fronte dei diritti La battaglia in favore della cosiddetta famiglia tradizionale è uno dei punti chiave del programma conservatore di Viktor Orbán e del governo da lui presieduto. In attesa delle elezioni del 2022, una prima crepa alla solidità granitica del messaggio dell’esecutivo arriva dalle grandi aziende. Come segnala Bloomberg, 140 aziende tra cui alcuni grandi gruppi internazionali, hanno firmato una petizione dal titolo The family is family contro le recenti mosse del governo di Budapest per limitare le libertà della comunità Lgbt+. È la prima volta che il mondo delle imprese fa un passo così chiaro in opposizione al governo, e i risultati sono tutti da vedere.


Slovacchia

Una crisi targata Matovič Sei ministri fuori dal governo in dieci giorni, compresa tutta la componente liberale di Libertà e Solidarietà (SaS). È questo il bilancio - temporaneo - della crisi che si è abbattuta sul governo slovacco. La prima testa a cadere era stata quella del ministro della Salute, Marek Krajčí, ritenuto uno dei principali responsabili della cattiva gestione della pandemia. Secondo Politico ha pagato anche la decisione del premier Igor Matovič di acquistare dosi del vaccino russo Sputnik-V, senza consultare gli alleati. Dopo, era stato il turno del ministro del Lavoro Milan Krajniak, del ministro dell’Economia Richard Sulik e della ministra della Giustizia Mária Kolíková. Le dimissioni di questi ultimi due erano state richieste da Matovič come condizione per rimettere il suo incarico. Cosa che finora non è avvenuta. A sua volta Sulik, che è il leder di Libertà e Solidarietà ha fatto dimettere gli altri due ministri appartenenti al suo partito: Ivan Korčok, responsabile del dicastero degli Esteri, e Branislav Gröhling, che era a capo di quello dell’Istruzione. Ha fatto inoltre sospendere l’appoggio di SaS della coalizione in attesa di un passo indietro di Matovič. La crisi di governo viene raccontata su Buongiorno Slovacchia e su East Journal.

Nuove batterie per l'automotive Il settore automobilistico slovacco ha pagato a caro prezzo la pandemia, riducendo la produzione in tutti i suoi stabilimenti e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Un possibile viatico per una ripresa dell'automotive potrebbe arrivare da Volkswagen. Il colosso tedesco è infatti pronto a investire 30 miliardi di Euro per realizzare sei nuovi stabilimenti nel mondo dedicati alla produzione di batterie indispensabili per il funzionamento di autovetture elettriche e ibride. La Slovacchia - in competizione con Polonia e Repubblica Ceca - è candidata a ospitare uno di questi nuovi impianti, che verrebbe realizzato entro il 2030. Lo riferisce Buongiorno Slovacchia 


Sport e cultura

Praga set per la più costosa produzione Netflix Praga e altre località della Repubblica Ceca saranno protagoniste questa primavera delle riprese del film ‘Gray Man’, che con un budget di 200 milioni di dollari sarà la più costosa produzione Netflix mai realizzata. La storia, tratta da un libro di Mark Greaney, è incentrata sulla storia dell’agente della Cia, Court Gentry, tradito dalla sua stessa agenzia, e inseguito dal suo ex compare Lloyd Hansen. Il cast è stellare: oltre ai protagonisti Ryan Gosling e Chris Evans, figurano anche Jessica Henwick, Wagner Moura, Dhanush, Julia Butters, Billy Bob Thornton, e Alfred Woodard. Lo riporta PragueMorning.

Un anno e mezzo di rivoluzione Il 1848 fu un anno di rivoluzioni in tutta Europa. In Italia lo ricordiamo perlopiù per le cinque giornate di Milano e la, fallimentare, prima guerra d’indipendenza. In Ungheria, i  moti del ’48 portarono al rigetto del potere imperiale degli Asburgo e alla proclamazione della repubblica. Il coraggioso esperimento durò dal 15 marzo del 1848 al 3 agosto dell’anno successivo. Davide Longo racconta la storia nel dettaglio su East Journal.

Europa League, Slavia Praga ai quarti Lo Slavia Praga approda ai quarti di finale di Europa League. Dopo il pareggio conseguito in casa nella partita di andata, è risultata decisiva la vittoria per 2-0 sul campo dei Glasgow Rangers grazie ai gol di Peter Olayinka e Nicolae Stanciu. Il successo è stato macchiato da un brutto episodio: il centrocampista degli scozzesi Glen Kamara ha accusato il difensore ceco Ondřej Kúdela di insulti razzisti. Lo stesso Kudela ha denunciato di essere stato picchiato nel sottopassaggio da Kamara e da altri giocatori dei Rangers. Sul caso è stata aperta un’indagine da parte della polizia scozzese, oltre che dall’Uefa. Ai quarti di finale lo Slavia Praga incontrerà i londinesi dell’Arsenal. La notizia su Radio Praga.

Vlhová regina delle nevi Da alcuni anni Petra Vlhová è una delle sportive slovacche più celebri a livello internazionale grazie ai propri successi sulle piste da sci ottenute in cinque diverse specialità, con una predilezione per lo slalom speciale, disciplina nella quale vanta dodici affermazioni. Il 20 marzo la 25enne atleta slovacca si è aggiudicata per la prima volta nella propria carriera la classifica generale della Coppa del mondo di sci alpino. Lo ha fatto partecipando a ogni singola gara della stagione - unica sciatrice a riuscirci - e ottenendo sei vittorie parziali. Il successo finale di Vlhová riscatta la parziale delusione delle due medaglie d'argento conquistate ai recenti Mondiali di Cortina d'Ampezzo dov’è arrivata seconda sia nell'amato slalom che in combinata. La celebra lo Slovak Spectator.

Petra Vlhová in azione in Coppa del mondo.

Petra Vlhová in azione in Coppa del mondo.


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