Václav #39
4 - 20 ottobre 2020
Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma anche in questa edizione del Václav apriamo con un focus dedicato alla seconda ondata della pandemia. La situazione nell’area Visegrád è molto critica. Preoccupano Slovacchia e Repubblica Ceca, che avevano gestito la prima ondata Covid-19 di primavera in modo eccellente. I nuovi contagi quotidiani sono in crescita esponenziale anche in Polonia e Ungheria, con il fondato timore che i sistemi sanitari nazionali possano andare in tilt.
Il coronavirus, tuttavia, non deve monopolizzare i nostri pensieri. Per questo, torniamo a dare ampio spazio alle sezioni dedicate a ciascuno dei Paesi V4 con approfondimenti che vanno dall’esito delle elezioni regionali in Repubblica Ceca, agli appelli della presidente slovacca in difesa dello stato di diritto sino alla querelle sugli hamburger vegani in corso in Polonia, senza dimenticare un po’ di sport.
E poi abbiamo deciso di raggruppare le tante notizie culturali dall’Europa centrale lette e apprezzate in questi giorni in una nostra Terza pagina. La trovate in coda a questo numero: vi parliamo di letteratura ceca e magiara, di mete turistiche slovacche, di festival del cinema polacchi e di molto altro ancora.
Buona lettura!
Continua la seconda ondata
In primavera i Paesi dell’area Visegrád erano riusciti a contenere il numero dei casi e delle vittime di Covid-19 meglio, rispetto al resto d’Europa. In particolare, Slovacchia e Repubblica Ceca si erano distinte per comportamenti responsabili da parte dei politici, chiusura tempestiva di scuole e università, obbligo di mascherina: fattori che avevano contenuto la diffusione del virus. Oggi, invece, la situazione nella regione è molto critica, con un incremento dei contagi netto. Questo approfondimento del New York Times si interroga sul perché, facendo inoltre luce sulle difficoltà che si prospettano per i fragili sistemi sanitari dell’Europa centrale.
Lo scenario peggiore si riscontra in Repubblica Ceca. A livello europeo ha il tasso più alto di contagi e mortalità. Il governo di Andrej Babiš ha dichiarato lo stato di emergenza il 5 ottobre: chiusura per le scuole (dalle elementari alle superiori), ma anche per ristoranti (asporto escluso), locali, cinema e teatri. Quanto agli assembramenti, sia al chiuso che all’aperto, il limite stabilito è di sei persone. Fanno eccezione soltanto battesimi, matrimoni e funerali (30 partecipanti). Per il momento è stata scongiurata la chiusura delle frontiere, attuata in aprile. Sarà invece obbligatorio, a partire da oggi, indossare la mascherina all’aperto, in ogni contesto dove non sia possibile mantenere il distanziamento di sicurezza di due metri. Andreas Pieralli fa il punto su cosa stia andando storto nell’approccio dei cechi alla seconda ondata del coronavirus in questo lungo pezzo per East Journal.
“Lo scenario peggiore si riscontra in Repubblica Ceca. A livello europeo è il Paese che, al momento, ha il tasso più alto di contagi e mortalità. Il governo di Andrej Babiš ha dichiarato lo stato di emergenza il 5 ottobre. Quasi un nuovo lockdown. ”
Nonostante il pacchetto di provvedimenti disposti dall’esecutivo, i dati restano preoccupanti. Il record di contagi quotidiani risale al 16 ottobre con 11102 nuovi casi. Al 20 ottobre, sono 105mila i cechi positivi, anche se la maggior parte di loro resta asintomatica. Intanto, nel quartiere fieristico di Praga, è cominciata la costruzione di un ospedale riservato a persone colpite dal virus. Sarà gestito dall’esercito, avrà 500 posti letto e accoglierà i primi pazienti a partire dal 25 ottobre. Fornirà cure e assistenza medica principalmente a pazienti con sintomi lievi. Lo riporta Radio Praga.
La situazione è bruscamente peggiorata anche in Polonia. L’attuale record di contagi risale al 17 ottobre, quando le autorità sanitarie hanno registrato 9622 nuovi casi; quello dei decessi è arrivato invece il 16 ottobre (132 vittime). Il sistema ospedaliero fatica a reggere l’urto. Il 20 ottobre i pazienti ospedalizzati, in condizioni gravi, erano 725: c’è il rischio di restare presto senza respiratori. Come segnala Notes from Poland, 50 nuovi posti di terapia intensiva saranno creati in un ospedale provvisorio in fase di realizzazione nello stadio nazionale di Varsavia. Disporrà di 500 posti letto e aprirà parzialmente entro il 25 ottobre. Sarà la prima di una serie di strutture ospedaliere d’emergenza che il governo intende realizzare nelle varie regioni polacche.
Zone gialle e zone rosse in Polonia. Queste ultime comprendono 152 comuni. inclusa la capitale Varsavia / KPRM
Dal 17 ottobre proprio la capitale Varsavia è divenuta ‘zona rossa’, assieme ad altri 151 comuni, compresi Cracovia e Danzica. Il resto del Paese è ‘zona gialla’. Nel tentativo di evitare un secondo lockdown generale, il governo ha stabilito una serie di norme che, per le zone rosse, prevedono l’insegnamento ibrido per le scuole primarie e da remoto per istituti secondari e università. Cinema, teatri e altri luoghi di aggregazione possono occupare fino al 25% dei posti disponibili, mentre l’ingresso nei negozi è contingentato in base al numero di casse aperte. Chiusura alle 21 per ristoranti e bar, con l’opzione di offrire servizio da asporto oltre questo orario. Eventi sportivi senza pubblico, chiuse palestre e piscine. Bizzarra la regola per gli edifici di culto: un fedele ogni quattro metri quadri nelle chiese delle zone gialle, uno ogni sette metri quadri in quelle delle zone rosse. Lo riferisce l’Ansa.
Stenta anche la Slovacchia, che aveva superato in modo brillante la prima fase della pandemia, risultando il Paese europeo con il minor tasso di vittime in rapporto alla popolazione. La scorsa settimana è stato sfondato, per la prima volta, il tetto dei duemila contagi giornalieri mentre il tasso di contagiosità è stato pari a 244 per 100mila abitanti, il nono in Europa, riferisce Reuters.
Il governo guidato da Igor Matovič è corso ai ripari. Dal 15 ottobre sono in vigore nuove misure di contenimento, tra cui l’obbligo di mascherina nelle città e nelle scuole primarie, con le secondarie passate alla didattica a distanza. Vietati gli eventi pubblici molto partecipati (con deroghe per battesimi, matrimoni e funerali), porte chiuse negli stadi, chiusura di piscine e palestre e servizi solo da asporto per bar e ristoranti. La lista completa è sullo Slovak Spectator. Oltre alla misure di contenimento, si sta pensando di testare l’intero Paese e l’esecutivo è pronto a varare un pacchetto di aiuti per le imprese da 200 milioni di Euro, il doppio di quanto erogato durante la prima ondata, precisa Buongiorno Slovacchia.
La crescita dei contagi da Covid-19 nei Paesi dell’area Visegrád nell’arco dell’ultimo mese.
Infine l’Ungheria, l’unico Paese in Europa ad avere chiuso i propri confini, già il primo settembre. La misura non è bastata a frenare la diffusione del contagio. Negli ultimi giorni i nuovi casi giornalieri hanno quasi costantemente superato quota mille, con un picco massimo di 1791 contagi il 17 ottobre. Secondo il virologo Ferenc Jakab, capo della task force sul coronavirus creata dal governo a marzo, la situazione epidemica nel Paese è allarmante. Proseguendo così, il sistema sanitario potrebbe collassare in poche settimane. Di diverso parere il segretario di Stato, Balázs Orbán, il quale ritiene che la situazione si sia stabilizzata e che le parole di Jakab alimentino il panico. Entrambe le posizioni sono riportate da Hungary Today.
Intanto il governo di Viktor Orbán ha prolungato la chiusura delle frontiere per un altro mese. Un’eccezione verrà fatta per il valico tra Cered e Tajti, al confine con la Slovacchia, che potrà essere attraversato dai lavoratori transfrontalieri tra le 7 e le 9 e tra le 16 e le 18, a patto che, una volta entrati in Ungheria restino entro 30 chilometri dal confine e non si trattengano nel Paese per più di 24 ore. Via Schengen Visa Info.
Ungheria
Medici, aumentano i salari
Mentre i contagi di Covid-19 continuano ad aumentare, il governo ungherese ha raggiunto un accordo con il sindacato dei medici ungheresi per aggiustare gli stipendi dei dottori magiari. Si tratta di un sistema a scale che sostanzialmente raddoppierà gli attuali salari. Un praticante guadagnerà tra i 700 e gli 800mila fiorini (tra i 1900 e i 2200 Euro), mentre i medici più anziani arriveranno a guadagnare fino a 2 milioni e 400mila fiorini (circa 6500 Euro). Lo riporta la Reuters.
La sconfitta dell’opposizione unita
Alle elezioni suppletive nella circoscrizione elettorale di Borsod (sesto distretto), nel nordest dell’Ungheria, tutte le forze dell’opposizione, inclusa l’estrema destra di Jobbik, si erano unite per cercare di sconfiggere la candidata di Fidesz, Zsófia Koncz. In palio c’era la possibilità di scalfire in maniera sensibile il peso in parlamento del partito di Viktor Orbán, che vanta attualmente due terzi dei seggi. Non ce l’hanno fatta per 1700 voti. Troppo debole, secondo Reporting Democracy di Balkan Insight, il loro candidato László Bíró, preso di mira per delle frasi antisemite postate su Facebook tre anni fa e accusato di arricchirsi con i fondi europei.
“Nei giorni scorsi la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la legge ungherese sulla limitazione delle università straniere è illegittima. A farne le spese era stata la Central European University di George Soros, spostatasi a Vienna dopo un braccio di ferro con il governo magiaro. ”
Chiusura illegittima
Nei giorni scorsi la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha deciso che la legge ungherese sulla limitazione delle università straniere viola il diritto comunitario. A fare le spese del testo ritenuto incompatibile con le leggi europee dall’Ue fu la Central European University (Ceu) di George Soros. Nel 2017 fu costretta a lasciare Budapest proprio a seguito della legge in questione, che chiedeva a tutte le università straniere operanti in Ungheria di avere una sede e prevedere insegnamenti anche nel proprio Paese di origine. Nel caso della Ceu, si tratta degli Stati Uniti, dove Ceu è sì riconosciuta legalmente, ma non offre corsi universitari. Si sarebbe reso necessario un accordo bilaterale tra il governo magiaro e quello americano, da stipularsi entro sei mesi. Condizioni che hanno costretto l’ateneo a spostarsi a Vienna. L’articolo del Post.
Twitter sospende account filogovernativi
La piattaforma social ha sospeso l’account del portale filogovernativo Remix News per aver infranto le regole sulla manipolazione e sulle politiche anti-spam. Twitter non ha fornito spiegazioni riguardo questa decisione, mentre Remix News ha protestato parlando di attacco alla libertà di stampa. Nei giorni precedenti un account legato all’ufficio stampa del primo ministro era stato sospeso e poi riattivato senza spiegazioni. Successivamente, Twitter ha comunicato che si era trattato di un errore. Su Euronews.
Slovacchia
Neonazismo, condannato Kotleba
Il 12 ottobre, la corte di Pezinok, località nei pressi di Bratislava, ha condannato in primo grado a quattro anni e quattro mesi per uso illegale di simboli neonazisti Marian Kotleba. Leader del Partito popolare nostra Slovacchia, Kotleba è stato processato in merito a un raduno della sua formazione politica nel 2017, durante il quale era stato commemorato lo stato fantoccio filonazista slovacco sorto negli anni della Seconda guerra mondiale. Durante l’evento, Kotleba aveva consegnato tre assegni da 1488 Euro a famiglie povere. Per il procuratore che ha sostenuto l’accusa, Tomas Honz, è un evidente richiamo a due numeri cardinali della simbologia neonazista. Il 14 si riferisce alle Quattordici parole, manifesto razzista del suprematista americano David Lane, mentre l’88 richiama l’ottava lettera dell’alfabeto, la H, e il tristemente noto saluto nazista. Il resoconto di Reporting Democracy
“Marian Kotleba, leader del Partito popolare nostra Slovacchia, è stato condannato in primo grado per uso improprio di simboli neonazisti. Ricorrerà in appello, ma l’esito del processo è già da ora interpretato da molti analisti come un duro colpo all’estremismo di destra nel più piccolo dei Paesi del V4. ”
Kotleba è il primo parlamentare slovacco ad essere condannato, registra il New York Times. Ricorrerà in appello e, se la condanna fosse confermata, non potrà più candidarsi in alcuna tornata elettorale. Secondo il procuratore Honz, il processo e la condanna a Kotleba sono «un messaggio a tutti i democratici slovacchi sul fatto che la giustizia funziona, e sta dalla parte delle vittime di estremismo, violenza, odio razziale, fascismo e neonazismo». Kotleba ebbe un picco di popolarità tra il 2013, quando fu eletto a governatore della regione di Banská Bystrica (perdendo poi le successive elezioni nel 2017), e il 2016, quando il suo partito ottenne un sorprendente 8% alle parlamentari. In precedenza, aveva guidato Fratellanza slovacca, partito bandito dal ministero degli Interni nel 2007.
Čaputová: no democrazia, no fondi Ue
Zuzana Čaputová, presidente della Repubblica, è un personaggio popolare che incarna i valori liberal-democratici spesso messi in discussione nell’area Visegrád. In un’intervista al Financial Times, ha spiegato che l’Unione europea dovrebbe dotarsi di strumenti più incisivi per contrastare quei Paesi che violano sistematicamente lo stato di diritto. Chiaro il riferimento a Ungheria e Polonia. Non è la prima volta che Čaputová tocca questo concetto. Di recente, lo ha fatto nel corso del Globsec Security Forum di Bratislava, sostenendo che per convincere chi infrange le regole a tornare sui giusti binari si deve usare il dialogo, aperto e onesto, ma se non bastasse occorre essere netti. «Rispettare le regole e trarne benefici, quali i fondi Ue, sono due atti legati, sempre e strettamente», ha affermato Čaputová, in carica dal giugno 2019. Il suo discorso è scaricabile qui.
Tikhanovskaya a Bratislava
Al Globsec Security Forum è intervenuta anche Svetlana Tikhanovskaya, esule politica bielorussa, giunta seconda alle contestate presidenziali dello scorso agosto. A margine del forum, dove è stata premiata per lo sforzo a favore della democrazia, l’oppositrice bielorussa ha incontrato Čaputová e il premier Matovič. Qui il resoconto. Intanto, riferisce Euractiv, il governo slovacco ha richiamato il proprio ambasciatore a Minsk in segno di solidarietà nei confronti di Polonia e Lituania, i due Paesi che sarebbero più attivi nell’incitare la rivolta popolare nell’ex repubblica sovietica, secondo il regime bielorusso che ha chiesto loro di ridurre la presenza diplomatica a Minsk. La Lituania ha offerto asilo politico a Tikhanovskaya, mentre la Polonia ospita altri esuli e sostiene varie iniziative dell’opposizione, soprattutto in ambito mediatico.
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Polonia
Un movimento per Trzaskowski
Il sindaco di Varsavia e sfidante di Andrzej Duda alle presidenziali di luglio, Rafał Trzaskowski, ha fondato un proprio movimento. Si chiama Wspólna Polska (Polonia condivisa) e pur non disponendo ancora di un programma ufficiale, seguirà una linea inclusiva, europeista e democratica per tentare di dar seguito al buon risultato elettorale di Trzaskowski: aveva ottenuto 10 milioni di voti, il 49%, al ballottaggio. Sorprende la scelta di lanciare un nuovo partito in un momento in cui l’attenzione dell’opinione pubblica è rivolta alla seconda ondata della pandemia. Forse il primo cittadino della capitale punta a fare leva sulla sempre minore fiducia che, stando a recenti sondaggi, i polacchi ripongono nel modo in cui il governo, trainato dai populisti di Diritto e Giustizia (PiS), sta gestendo l’emergenza coronavirus. L’articolo di Notes from Poland.
Gemellaggio spezzato
Continua a crescere il numero di città nel mondo che hanno deciso di interrompere i loro rapporti di gemellaggio con i centri polacchi che, aderendo a una campagna giornalistica lanciata lo scorso anno dal settimanale Gazeta Polska, di destra radicale, si sono dichiarati “liberi dall’ideologia Lgbt”. L’ultima in ordine di tempo è stata la cittadina di Fermoy, nella contea di Cork in Irlanda, fino a pochi giorni fa ufficialmente gemellata con il comune di Nowa Dęba. Le autorità di Fermoy hanno dichiarato il gemellaggio insostenibile, dati i grandi progressi fatti in Irlanda sui diritti della comunità Lgbt+. La notizia su Euronews.
Un arresto politico?
Il 15 ottobre l’avvocato ed ex deputato Roman Giertych è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio di denaro. La dinamica dell’arresto, come racconta il New York Times, è piena di ombre. L’accusato, durante una perquisizione nel suo appartamento, ha avuto un malore ed è stato portato in ospedale. Giertych, ex deputato della lista di estrema destra Lega delle famiglie polacche, fu ministro dell’Istruzione e vicepremier nel primo governo targato PiS dal 2006 al 2007. Negli ultimi anni, tuttavia, si è molto allontanato da PiS e dal suo presidente Jarosław Kaczyński, e in più occasioni, in processi che hanno coinvolto iscritti e dirigenti di PiS, ha rappresentato la parte avversa. Per questo motivo, parte dell’opinione pubblica ritiene che il suo sia un arresto politico. Dichiarazioni nette in questo senso sono arrivate da un esponente di spicco del partito d’opposizione Piattaforma civica, l’ex ministro degli Esteri Radosław Sikorski.
Contro gli hamburger vegani
L’associazione dei produttori alimentari polacchi ha inviato una proposta di emendamento ai regolamenti europei sulla denominazione dei prodotti alimentari. Secondo il presidente dell’associazione, Marian Sikora, «alcune aziende del settore usano strategie di marketing che confondono i consumatori, cercando di vendere prodotti vegetariani o vegani come sostituti della carne». Sikora ne fa anche una questione culturale, dal momento che «i nomi dei prodotti a base di carne sono profondamente radicati nella nostra cultura e sono stati tramandati per secoli con il duro lavoro di allevatori e macellai». La proposta, racconta Notes from Poland, vorrebbe integrare la norma che vieta l’uso di parole dell’industria casearia per bevande e pietanze di origine vegetale.
Trionfo polacco sulla terra di Parigi
Il Roland Garros del 2020, giocato eccezionalmente a ottobre e con una ridotta partecipazione di pubblico ha incoronato come vincitrice del torneo singolare femminile la tennista varsaviana Iga Świątek. Classe 2001, la Świątek ha vinto a sorpresa il torneo superando un’avversaria di altissimo livello come la rumena Simona Halep e dominando la finale contro la giovane promessa americana Sofia Kenin. Si tratta della prima affermazione di una tennista polacca in una prova del Grande Slam, impresa mai riuscita neppure ad Agnieszka Radwańska, campionessa recentemente ritiratasi e finalista sull’erba di Wimbledon nel 2012. Il sito di Supertennis, l’emittente televisiva della Federazione italiana tennis, ha dedicato a Świątek un lungo profilo.
La fresca vincitrice del Roland Garros di tennis femminile 2020, Iga Świątek / Corinne Dubreuil AP
Repubblica Ceca
Esiti contrastanti dalle urne
Il 9 e il 10 ottobre si è svolto il secondo turno delle elezioni regionali e per il rinnovo del Senato. Euronews sottolinea come nel voto locale abbia prevalso il partito di governo Ano 2011, di tendenza populista, i cui candidati si sono aggiudicati dieci delle 13 regioni andate al ballottaggio. Un piccolo successo per il premier Andrej Babiš in un momento critico per il Paese e per la sua coalizione, completata dal Partito socialdemocratico. Assai diverso, invece, l’esito del voto per il Senato, nel quale hanno prevalso i partiti d’opposizione, capaci di conquistare addirittura 26 dei 27 seggi disponibili. Sindaci e Indipendenti, partito centrista, ne ha ottenuti dieci, e può ora contare su 19 senatori, mentre i conservatori del Partito democratico civico se ne sono aggiudicati cinque, portando la loro rappresentanza a 18 senatori. Il voto sposta gli equilibri all’interno del Senato, e Ano 2011 ne esce assai indebolito. Ne ha scritto Giulia Carbonaro per Cgtn, testata cinese in lingua inglese.
“Si è votato per le regioni e per il rinnovo del Senato. Ano 2011, il partito del premier Andrej Babiš, ha vinto a livello locale, subendo però una battuta d’arresto alla camera alta. Per il governo nazionale la prospettiva non è rosea. ”
La protesta degli ultras
Domenica 18 ottobre, a Praga, si è svolta una violenta protesta anti-lockdown che ha paralizzato per alcune ore parti del centro storico e provocato diversi feriti. Centinaia di persone – molte prive di mascherina – si sono scontrate con la polizia, che le ha disperse con lacrimogeni e idranti rispondendo al lancio di sassi e bengala. Fra i manifestanti vi erano molti tifosi di squadre di calcio e di hockey del Paese appartenenti a gruppi organizzati di estrema destra, indignati per l’impossibilità di assistere ai match dei loro club, visti gli attuali divieti di assembramento. Il servizio video di Euronews.
C’è del marcio in Federcalcio
Roman Berbr era il presidente della Fačr, la Federcalcio ceca. Si è dimesso dal proprio incarico il 19 ottobre perché arrestato dalla polizia il giorno prima in seguito a un caso di corruzione che sta scuotendo i vertici dell’associazione. Sul capo di Berbr, e su quello di altre 19 persone, pende l’accusa di avere influenzato i risultati di alcuni incontri nelle serie minori del campionato di calcio. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex commissario tecnico della Nazionale ceca, Jozef Chovanec, che ha perso il proprio incarico di coordinatore della sezione arbitri presso la federazione. Sarebbe stato lui a designare i fischietti incaricati di indirizzare con le loro decisioni i risultati degli incontri incriminati. Lo segnala Radio Praga.
La nostra terza pagina
I libri cechi indispensabili
Franz Kafka scriveva in tedesco, ma la letteratura in lingua ceca ha ugualmente espresso alcuni scrittori noti in tutto il mondo, da Bohumil Hrabal a Milan Kundera, passando per Jaroslav Hašek. Senza dimenticare autori famosi in Repubblica Ceca e che – seppur tradotti in molte lingue, fra cui l’italiano – sono meno celebrati altrove: due nomi su tutti, Karel Čapek e Ota Pavel. Radio Praga ha realizzato una serie di 15 podcast che esplorano alcuni tesori inestimabili della letteratura ceca. Si parte da un grande classico di Božena Němcová per arrivare a Europeana di Patrik Ouředník, passando per il teatro dell’assurdo di Václav Havel e includendo persino gialli e fumetti.
Il ritorno di László Krasznahorkai
L’edizione italiana di Wired dedica un lungo articolo a László Krasznahorkai, da molti considerato il più grande scrittore ungherese vivente, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, Guerra e guerra, tradotto da Dóra Várnai ed edito da Bompiani. Si tratta di un romanzo in parte di ispirazione autobiografica, che va a completare la tetralogia iniziata nel 1985 con l’acclamato Satantango e proseguita con Melancolia della resistenza e Il ritorno del barone Wenckheim.
Fiabe Lgbt+, un caso editoriale
Meseország mindenkié (Una fiaba per tutti) è una raccolta di fiabe tradizionali rivisitate in chiave inclusiva scritta da un collettivo di autori ungheresi coordinato da Dorottya Redai e Boldizsar Nagy, e illustrata da Lilla Bölecz. Ecco che Biancaneve ha la pelle nera, mentre la Regina delle nevi è lesbica, e Cenerentola è una ragazza rom. Il libro è diventato un piccolo caso editoriale, avendo esaurito in due settimane la prima tiratura di 1500 copie, e poi un caso politico, attirando gli strali della destra conservatrice a causa delle tematiche Lgbt+ trattate, non ritenute adatte ai bambini. Di questa vicenda dà ampia copertura il Time.
La crisi delle guide turistiche
In Ungheria uno dei settori più colpiti dalla crisi economica provocata dalla pandemia è quello del turismo. In tutto il Paese, 4000 guide turistiche sono rimaste senza lavoro, anche a causa della decisione del governo di chiudere le frontiere a settembre. Alcuni tengono duro, ma molti altri sono costretti a cercare un’altra occupazione. Solo le guide al turismo rurale possono infatti accedere al pacchetto di salvataggio predisposto dallo Stato. Della questione si occupa Euronews.
Banská Bystrica, gioiello slovacco
Una grande piazza, un bel museo sulla Seconda guerra mondiale, natura e montagne intorno. La cittadina slovacca di Banská Bystrica, 84mila abitanti, nella parte centrale del Paese, è un luogo speciale e di grande atmosfera. Potrebbe essere la capitale della Slovacchia, e c’è persino chi propose di spostarcela (l’ex premier Vladimír Mečiar). A parte questo, vale sempre la pena di visitare questo gioiellino, suggerisce una guida ad esso dedicata dello Slovak Spectator.
Il grande cinema ha grandi orecchie
Si intitola ‘Muž se zaječíma ušima’ (L’uomo con le orecchie da lepre) ed è una co-produzione ceca e slovacca dal taglio surrealista e pirandelliano. Il film si è aggiudicato la 36° edizione del Festival internazionale del cinema di Varsavia, tenutasi dal 9 al 18 ottobre con accesso alle proiezioni limitato. La pellicola avrebbe dovuto essere distribuita internazionalmente a partire dal 5 novembre, ma la pandemia in corso ne ha spostato a data da destinarsi l’uscita. Qui il trailer del film, diretto dal regista slovacco Martin Sulik.
Un’immagine della piazza Námestie SNP di Banská Bystrica, perla dell’architettura slovacca / jan_S - stock.adobe.com
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