Václav #45

9 - 24 gennaio 2021

Apriamo l’edizione  45 del Václav con una panoramica sulla situazione covid-19. Nei quattro Paesi  Visegrád si riscontra una graduale riduzione nella curva pandemica, ma rimane alto il livello di allerta per una ripresa dei contagi. In Slovacchia il governo ha lanciato un nuovo screening di massa, su base nazionale, per arrestare in tempo la diffusione della “variante inglese”. In Polonia e nella Repubblica Ceca gli esercenti cominciano a manifestare una certa insofferenza per le misure di contenimento, mentre l’Ungheria si rivolge alla Russia, ordinando il vaccino Sputnik V per sopperire ai ritardi di Pfizer. 

Nel prosieguo della nostra rassegna spazio a notizie di economia e di politica interna e internazionale. Sempre sensibili e sempre attuali, poi, le tematiche legate alla comunità Lgbt+ con tre diverse notizie da Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Infine chiudiamo con la nostra Terza pagina, dove potrete trovare notizie di arte, musica, cinema e architettura. 

Buona lettura!


Focus Covid

Il 10 gennaio, circa tremila persone si sono radunate nella città vecchia di Praga per protestare contro le restrizioni anticovid nella Repubblica Ceca. La manifestazione, organizzata dal Partito dei cittadini liberi (Svobodnì), è stata chiamata “Otevřeme Česko” (Let’s Open Czechia). Poche le mascherine indossate dai partecipanti, che hanno chiesto la riapertura di pub, ristoranti ed esercizi commerciali. Molti invece i cori che chiedevano le dimissioni del governo. La notizia sull’Huffington Post. Qualche effetto, le dimostrazioni sembrano averlo sortito. Il 20 gennaio hanno riaperto i negozi di cancelleria e di vestiti per bambini, riferisce Radio Praga. Il governo ha però escluso di riaprire il resto degli esercizi. Il primo ministro Andrej Babiš ha dichiarato che un significativo allentamento delle restrizioni potrà essere effettuato solo quando i nuovi contagi giornalieri oscilleranno tra i mille e i duemila: una soglia di relativa “tranquillità”. Al momento, si aggirano sugli ottomila. Da Prague Morning.

Anche in Polonia, nonostante una graduale diminuzione nel numero dei contagi, le misure di restrizione continuano a restare in vigore. Intanto, gli esercenti cominciano a mostrare segni di insofferenza. Ristoranti, alberghi, club musicali, palestre e altre attività, hanno sfidato il governo aprendo i battenti il 18 gennaio, con lo slogan “Noi apriamo”. Gli esercenti denunciano che i ripetuti lockdown hanno causato una voragine in termini di fatturato, impossibile da colmare, men che meno con gli aiuti, giudicati del tutto insufficienti, del governo. Intanto, nel movimento emerge qualche sfumatura oltranzista e negazionista sul coronavirus. Da Reporting Democracy

In Slovacchia il lockdown introdotto a Capodanno, che sarebbe dovuto terminare il 24 gennaio, è stato esteso sino al 7 febbraio. Tra le restrizioni in vigore, c’è il divieto di lasciare la propria regione di residenza. La chiusura nazionale sembra dare risultati. La media giornaliera di nuovi contagi è scesa a duemila, un terzo rispetto al picco di fine 2020. Calano anche le vittime. Resta però il timore che nel Paese sia diffusa la variante inglese, più contagiosa e più aggressiva del coronavirus, a quanto pare dai primi studi. Per tracciare i possibili contagi, il governo, guidato dal primo ministro Igor Matovič, ha lanciato una campagna su scala nazionale per effettuare tamponi antigenici. È iniziata il 18 gennaio e terminerà il 26 gennaio. Lo riferisce Kafkadesk.

Intanto, è partita la campagna vaccinale. Sono previste 11 fasi, con tre vaccini acquistati. Maggiori dettagli in un buon riepilogo di Buongiorno Slovacchia.  

Il governo ungherese ha annunciato invece l’ordine di un grande quantitativo di dosi di Sputnik V, il vaccino per il Covid-19 prodotto nei laboratori russi. A darne l’annuncio è stato direttamente il ministro degli Esteri Péter Szijjártó con un video sui suoi canali social pubblicato a margine di una visita ufficiale a Mosca, come riporta Politico. Già da tempo Budapest cercava di acquisire il vaccino russo, unico Paese Ue a tentare questa strada, abbastanza criticato per questo. Ora però tutta Europa apre allo Sputnik V per via dei ritardi di Pfizer-BioNTech e di quelli di AstraZeneca, questi ultimi annunciati prima dell’autorizzazione dell’Ema.

La locandina della manifestazione anti restrizioni “Otevřeme Česko” organizzata a Praga il 10 gennaio

La locandina della manifestazione anti restrizioni “Otevřeme Česko” organizzata a Praga il 10 gennaio


Polonia

Lanno che verrà  Bne Intellinews fa le carte alla Polonia per questo 2021, guardando soprattutto all’economia. Che regge l’urto del coronavirus. Il Pil, nel 2020, dovrebbe chiudere con un -3%: battuta d’arresto ben inferiore rispetto ad altre economie del gruppo Ocse. La flessibilità del telaio economico polacco, lo sviluppo di un export di qualità e una raffica di investimenti arrivati prima della crisi sono alla base della tenuta e di quella che, nel 2021, sarà la ripresa. Si tornerà a crescere, anche se l’andamento dell’epidemia, difficile da prevedere, potrebbe complicare lo scenario. In tal caso, non sono da escludere proteste di piazza, scrive Bne Intellinews. Difficile però che arrivi la spallata al governo. 

Censura online: multe per i social?  Per la libertà di opinione, e contro la censura, occorre limitare il potere delle piattaforme social di bloccare account o cancellare contenuti. È da tempo la linea del governo polacco, ed è il senso del disegno di legge di recente presentato dal ministro della Giustizia polacco, Zbignew Ziobro, considerato il falco del governo. La proposta è quella di multare salatamente le piattaforme social che si ostineranno a oscurare un profilo o un contenuto, anche se non c’è ragione di farlo ai sensi della legge polacca, riferisce la Bbc. Prima di giungere a questa extrema ratio ci sono comunque dei passaggi intermedi. Ricorso dell’utente contro la piattaforma, possibile ripristino, eventuale entrata in gioco di un “Consiglio per la libertà di parola” in caso di mancato ripristino e, solo alla fine, il procedimento giudiziario. 

Il disegno di legge, che va discusso sia a livello di governo, sia in parlamento, è arrivato all’indomani delle misure di Facebook e Twitter contro Donald Trump, con cui il governo polacco ha intessuto rapporti privilegiati. Pur senza riferirsi al caso Trump, il premier di Varsavia, Mateusz Morawiecki, aveva scritto su Facebook: “Ciò che non è proibito, è consentito. Le piattaforme social non possono operare al di sopra della legge”. 

La crisi profonda della Chiesa  Alleanza strategica con la destra populista, attacchi continui alle minoranze sessuali e insabbiamento di vari scandali sessuali, con tanto di ombre che incombono sull’eredità di Karol Wojtyła. La Chiesa cattolica polacca affronta una crisi molto dura, che ha portato migliaia di fedeli a prendere le distanze nei suoi confronti. Un pezzo del National Catholic Reporter, che tocca anche la questione dell’aborto, con la posizione intransigente del clero e le recenti proteste, guidate dalle donne. 

Madonna arcobaleno: tre attiviste a processo Intanto, è iniziato il processo a tre attiviste del movimento femminista e anti-omofobico che nel 2019, nel periodo di Pasqua, avevano tappezzato la loro città, Płock, un centinaio di chilometri dalla capitale Varsavia, di poster raffiguranti la Madonna con un’aureola arcobaleno. Le tre donne sono accusate di aver offeso il sentimento religioso. Rischiano fino a due anni di carcere. In tribunale, hanno spiegato che la loro iniziativa voleva denunciare l’ipocrisia della chiesa. In quei giorni, una parrocchia di Płock aveva stampato dei manifesti in cui invitava i fedeli a liberarsi dalle colpe, tra le quali quella di essere Lgbt+ e di appoggiare l’ideologia gender. Il caso sta suscitando una certa attenzione fuori dai confini polacchi. Qui un pezzo di Politico.

I missili sovietici Borne Sulinowo, voivodato della Pomerania occidentale, a metà strada tra Bydgoszcz e Stettino. Qui sorgeva una cittadella nucleare sovietica durante la Guerra Fredda. Accesso consentito ai soli militari e tecnici di Mosca; timori da parte della popolazione locale; misteri. Oggi l’ex area interdetta è un complesso residenziale, ma c’è chi prova a indagare la storia nebulosa di quegli anni. Un reportage della Cnn

Sousa alla guida della nazionale Paulo Sousa, ex calciatore di Juventus e Borussia Dortmund, ex allenatore della Fiorentina, è il nuovo commissario tecnico della nazionale di calcio della Polonia. Repubblica ne traccia un bel ritratto. Un intellettuale, dentro e fuori dal campo. “Personaggio atipico, Paulo scambiava romanzi con Gianluca Pessotto, prediligendo la narrativa lusitana, Pessoa e Saramago su tutti, ma in Italia un amico giornalista gli fece scoprire Antonio Tabucchi. Apprezzava anche Pasolini e Moravia, sono cose che non lasciano indifferenti. A quel tempo, Sousa immaginava un dopo carriera lontano dagli stadi: voleva aprire una casa editrice per bambini. Del resto, da ragazzo avrebbe voluto fare il maestro elementare”. 

Paulo Sousa è il nuovo allenatore della nazionale polacca di calcio

Paulo Sousa è il nuovo allenatore della nazionale polacca di calcio


Slovacchia

La minaccia della destra radicale In questi ultimi anni l'estremismo di destra in Slovacchia ha goduto di un terreno fertile, permettendo l'ascesa politica di discutibili personaggi come Marian Kotleba, leader del Partito popolare Slovacchia nostra (L'Sns) dalle posizioni xenofobe. Oggi Kotleba pare in disgrazia e sta attraversando guai con la giustizia per le sue simpatie neonaziste e suprematiste bianche, tuttavia l'estremismo di destra slovacco non finisce né inizia con lui. Sulle colonne di Balkan Insight - Reporting Democracy, Miroslava German Sirotnikova, racconta la storia del partito di Kotleba e quella della galassia di movimenti della destra radicale slovacca con le loro derive paramilitari. 

Rallenta l'automotive nel 2020... Il 2020 si è chiuso con un pesante -11% nella produzione rispetto all'anno precedente per l'industria automobilistica slovacca, vero motore economico del Paese. Secondo dati forniti dall'Associazione dell'industria automobilistica slovacca, nel 2020 dalle catene di montaggio di Bratislava e dintorni sono uscite 985mila autovetture, un risultato negativo ma migliore di quanto ipotizzato dagli esperti del settore. Ha influito il duplice impatto della pandemia, con il crollo della domanda e delle esportazioni associato ad alcuni periodi di chiusura negli stabilimenti slovacchi. Per il 2021 ci si aspetta una ripresa del mercato interno, mentre le previsioni per quello internazionale sono ancora difficili da fare. Via Buongiorno Slovacchia. 

...e rischio frenata per il futuro Sempre a proposito di automotive, Euractiv sottolinea come il settore continui a rappresentare il 50% della produzione industriale slovacca e il suo indotto si traduca nel 13% del Pil nazionale. Tuttavia, avverte Euractiv, l'industria automobilistica del Paese sta facendo fatica ad adattarsi alle richieste del mercato con scarsi investimenti sulla ricerca e poco impulso dato alla produzione di vetture elettriche o ibride. Volkswagen, ad esempio, produrrà le proprie autovetture di nuova generazione ecologica nella Repubblica Ceca, mentre Bmw farà lo stesso in Ungheria. Scelte che sul medio-lungo termine potrebbero ostacolare il primato europeo dell'automotive slovacco.


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Repubblica Ceca

Navalnyj, Praga chiede la liberazione Le autorità politiche dell’Europa Centrale hanno commentato duramente l’arresto di Aleksej Navalnyj, avvenuto al suo rientro a Mosca, dopo diversi mesi passati in Germania per guarire dall’avvelenamento da novičok subito nell’agosto dello scorso anno. Navalnyj è conosciuto per essere uno dei più fermi oppositori del presidente russo Vladimir Putin, accusato di essere il mandante dell’avvelenamento. Il primo ministro ceco Andrej Babiš ha affermato che l’arresto rinforza la sensazione che negli ultimi anni la Russia si stia allontanando dal consesso degli stati democratici, mentre il ministro degli Esteri, Tomas Petricek, ha definito la detenzione dell’attivista come un atto politicamente motivato. Ne scrive Kafkadesk.

La questione Lgbt+ Una coppia omosessuale non può essere riconosciuta come famiglia, nemmeno se uno dei due è straniero e la loro unione è stata riconosciuta all’estero. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, interpellata in merito dal Tribunale regionale di Praga a seguito di una controversia che ha visto come protagonisti un cittadino ceco e un cittadino di Trinidad e Tobago. Il caso viene raccontato da Gay.it. Nel frattempo, la proposta di legge per legalizzare l’unione tra le coppie dello stesso sesso rimane in attesa di essere discussa in parlamento da oltre due anni, come evidenziato da Kafkadesk. Secondo Michal Pitoňák, dell’associazione Queer Geography, l’opinione pubblica ceca tende a credere che i diritti della comunità Lgbt+ siano già rispettati, e la conseguenza è che intorno a questo tema si crei un generale disinteresse.

A Praga nasce il memoriale del silenzio Disco verde del governo per la costruzione di un luogo, fisico, che commemori l’Olocausto. Si chiamerà Memoriale del Silenzio e avrà sede nella vecchia stazione ferroviaria di Bubny, da cui si stima che fino a 50mila ebrei praghesi furono deportati verso i ghetti di di Terezìn e Łódź. Come scrive Andreas Pieralli su Gariwo, il recupero in funzione monumentale e memorialistica della stazione andrà a sanare una lacuna della capitale ceca, che ancora non disponeva di un memoriale attivo sulla Shoah.

La popolarità dell’otužování Nel corso dell’ultimo anno fare il bagno nell’acqua ghiacciata è diventato molto popolare nei Paesi  dell’Europa Centrale. In Polonia questa attività viene chiamata morsowanie, mentre nella Repubblica Ceca si chiama otužování. Radio Praga è andata a intervistare chi va a praticare questa attività per capire quali sono i benefici, e quali le possibili controindicazioni.


Ungheria

Corone dalloro cinesi La città di Budapest ospiterà presto una sede staccata dell’Università Fudan, uno degli atenei più prestigiosi di Shanghai e di tutta la Cina. Il governo ungherese investirà 2,2 milioni di Euro per il progetto che dovrebbe partire nel 2024. Fino a seimila gli studenti che potranno iscriversi ai vari corsi. Si tratta del primo ateneo cinese con una sede all’interno del territorio europeo e, come riporta Il Post, stride non poco con la recente decisione del governo Orbán di allontanare dall’Ungheria la Central European University di George Soros.

“Miserország mindenkié” (fiabe per tutti) è il titolo del libro finito nel mirino del governo ungherese per la sua rottura degli stereotipi della famiglia tradizionale

“Miserország mindenkié” (fiabe per tutti) è il titolo del libro finito nel mirino del governo ungherese per la sua rottura degli stereotipi della famiglia tradizionale

Lgbt+ spoiler alert Un libro di favole di recente pubblicato in Ungheria, di cui avevamo già scritto in un precedente Václav, dovrà riportare un disclaimer che avvisi i lettori della presenza di “comportamenti non conformi con i ruoli di genere tradizionali”. Questa la decisione imposta dal governo di Budapest all’associazione Labrisz, che ha pubblicato un libro di favole che rivisitano in chiave inclusiva dei grandi classici. Ma l’idea di unioni omosessuali tra principi o di una Biancaneve dalla pelle nera, non è piaciuta al governo, che ha imposto a Labrisz di ritirare le copie attualmente in commercio del volume - il titolo suona come “Il Paese delle meraviglie è per tutti” –e di stamparne di nuove con un avviso di contenuti non conformi. Come segnala il Guardian, è l’ennesima mossa dell’esecutivo ungherese contro la comunità Lgbt+ e, in generale, contro i modelli alternativi a quello tradizionale.

Budapest contro Twitter La sospensione dell’account personale di Donald Trump da parte di Twitter ha avuto una forte eco anche in Ungheria, con il ministro della Giustizia Judit Varga che ha accusato i social media, e in particolare Facebook, di oscurare volutamente i contenuti che esprimono opinioni conservatrici in chiave cristiana. Al vaglio dell’esecutivo ungherese, secondo quanto riporta Euractiv, la proposta di istituire multe salate per i colossi di Internet in caso di mancata trasparenza sulla privacy e cancellazione non giustificata di contenuti.


Terza Pagina

L’arte di David Černý Dissacratore, eccentrico, a volte estremo, fondamentale nel definire il panorama dell’arte ceca contemporanea. È lo scultore David Černý, i cui lavori a partire dalla fine degli anni ’80 dividono pubblico e critica, come il carro armato sovietico dipinto di rosa, che gli costò perfino l’arresto, oppure i Miminka, i neonati deformi che scalano la torre di Žižkov. Martina Mecco dedica all’artista un bel ritratto su East Journal. 

L'ottavo continente Lenka Petrakova è un architetto e designer slovacca che da tre anni lavora presso lo studio londinese fondato dall'archistar Zaha Hadid, scomparsa nel 2016. Petrakova si è aggiudicata un prestigioso premio internazionale d'architettura istituito dalla Fondazione Jacques Rougerie. Lo ha fatto con un progetto capace di coniugare innovazione, estetica ed ecologia: una struttura galleggiante per la pulizia degli oceani. Il prototipo si chiama 'The 8th Continent', in riferimento all'ottavo continente formato dalle migliaia di tonnellate di plastica presenti negli oceani del mondo e, se costruito, consentirebbe di raccogliere e riciclare i materiali non biodegradabili raccolti. Ne scrive Kafkadesk.

Alla conquista di Hollywood Sul Los Angeles Times, spazio al film che rappresenterà il cinema ungherese agli Oscar quest’anno, già presentato in anteprima al Festival di Venezia 2020. Diretto da Lili Horvát e con un titolo che in inglese suona ‘Preparations to Be Together for an Unknown Period of Time’, la pellicola racconta la storia della dottoressa Márta Vizy di ritorno nella sua Budapest da New York. Un film che mescola profondità e ironia, godendo di quella che sembra essere un’eccellente resa fotografica.

Concorso Franz Liszt Annunciata per il prossimo settembre, non senza un pizzico di ottimismo, la nuova edizione del concorso pianistico Franz Liszt. Si terrà a Budapest, nelle sale dell’omonima accademia musicale, intitolata al più grande compositore ungherese di tutti i tempi, tra i massimi esponenti del romanticismo mondiale. Informazioni più dettagliate sul Giornale della musica.

Il celebre carro armato rosa di David Černý

Il celebre carro armato rosa di David Černý

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