Václav #32
9 - 24 maggio 2020
Dopo essere stati tra i più tempestivi a intervenire all’inizio dell’epidemia, i quattro Paesi dell’Europa Centrale sono anche quelli più veloci nel riportare la vita dei propri cittadini a una graduale normalizzazione. I casi della Repubblica Ceca e della Slovacchia sembrano quelli più virtuosi.
Nel frattempo, si cerca di tirare le fila delle riflessioni politiche e sociali che il lockdown ha portato con sé. Sostenibilità turistica, politica energetica, influenze straniere, rapporto tra esecutivo e legislativo sono tutti temi sul piatto nell’area di Visegrád dai quali anche a occidente potremmo trarre ispirazione per una futura riflessione. Per il resto, Vacláv come al solito cerca di spaziare tra vari argomenti e di raccontare la politica, ma anche l’economia, le prospettive e gli umori che vive questa zona d'Europa. In questa edizione, parliamo in particolare di cinema, elezioni, e scenari internazionali, con un occhio al centenario dalla nascita di Giovanni Paolo II e allo humour ceco.
Infine, una piccola comunicazione: dalla prossima edizione Václav diventa open e sarà disponibile sull’home-page di Centrum Report a tutti i visitatori. Voi iscritti continuerete a riceverlo in anteprima, direttamente sulla vostra casella di posta, e stiamo vagliando anche altre proposte per premiare chi ha voluto sostenerci facendo parte della nostra comunità di lettori appassionati. Quindi restate con noi e, nelle prossime edizioni, vi sapremo dire qualcosa di più.
Per adesso, come sempre, buona lettura!
POLONIA
Duda contro Trzaskowski
Sarà Rafał Trzaskowski, 48enne sindaco di Varsavia, il nuovo principale sfidante di Andrzej Duda alle elezioni presidenziali, spostate a quest'estate in data ancora da definirsi. Con una mossa a sorpresa, il partito liberale centrista d'opposizione Piattaforma Civica (Po) ha dato il benservito alla propria candidata originaria, Małgorzata Kidawa-Błońska, sostituendola, appunto, con Trzaskowski. Un cambio in extremis che movimenterà la campagna elettorale. Va detto che, se da un lato la linea liberale, ecologista e favorevole ai diritti Lgbt+ di Trzaskowski potrebbe conquistare gli elettori dei grossi centri urbani, dall'altro minaccia di sfavorirlo nelle campagne, tradizionale serbatoio di voti conservatori per Duda e il partito di governo Diritto e Giustizia (PiS) che lo sostiene.
Oggi il vantaggio di Duda appare netto nei sondaggi, anche se in calo rispetto a qualche settimana fa. Le ultime rilevazioni stimano il presidente uscente fra il 40 e il 45% dei consensi, mentre Trzaskowski si attesta fra il 15% e il 20%. Nel caso in cui Duda non prevalesse al primo turno, le chance del candidato di Po crescerebbero, ma per arrivare al ballottaggio Trzaskowski dovrà vedersela anche con l'indipendente Szymon Hołownia, ex giornalista ed ex giudice in un talent show. Il punto del New York Times e un approfondimento su Trzaskowski da parte di Emerging Europe.
Focolaio Slesia e fase due
Al 22 maggio i casi confermati di coronavirus in Polonia sono 21236, con 995 decessi. Il picco dei contagi non è ancora stato raggiunto, ma la situazione resta apparentemente sotto controllo. L'unica eccezione è nella regione della Slesia Superiore, divenuta da un paio di settimane l'epicentro del Covid-19 nel Paese, come racconta Deutsche Welle. Nella regione, situata nel sudest del Paese, si registra la maggior parte dei nuovi casi, con il virus che si è diffuso soprattutto fra i minatori di carbone della zona.
Nel frattempo in Polonia si è entrati nella fase due e hanno riaperto tutte le attività commerciali, comprese quelle di ospitalità e ristorazione. Restano chiuse, invece, scuole e università, oltre a cinema e teatri. Ancora incerte le delibere sulla riapertura dei confini e del traffico aereo. Secondo uno studio citato da Kafkadesk, ad aprile di quest'anno in Polonia sarebbero decedute 800 persone in meno rispetto allo stesso mese del 2019, nonostante le circa 650 vittime causate dal coronavirus. Un calo dei decessi che potrebbe spiegarsi con la riduzione del livello di inquinamento nell'aria - di norma fra i peggiori nell'Ue - registratasi nei due mesi di lockdown.
Manca manodopera straniera
Anche l'agroalimentare polacco si fonda sull'indispensabile apporto di lavoratori migranti sia stanziali che stagionali. Le limitazioni di movimento internazionale imposte dal coronavirus rischiano di mettere in ginocchio il settore. La chiusura delle frontiere, unita ai 14 giorni di quarantena obbligatoria richiesti a chi arriva dall'estero, stanno impedendo a molti lavoratori stranieri - in particolare ucraini - di tornare in Polonia. E oggi ne mancano decine di migliaia nei campi, nelle serre e nelle industrie di lavorazione alimentare, il che causerà un rialzo dei prezzi per i consumatori. Se ne parla su Notes from Poland.
Censura da hit parade
Si intitola Twój ból jest lepszy niż mój, ovvero “Il tuo dolore è migliore del mio” ed è un brano molto orecchiabile su un ritmo circense da fiera paesana. Da un paio di settimane è divenuto il più chiacchierato in Polonia. L'ha scritto e lo canta Kazik, ex frontman del gruppo rock Kult, un artista molto noto in madrepatria. Contiene - senza mai nominarlo - uno sberleffo nei confronti di Jarosław Kaczyński, leader di Diritto e Giustizia (PiS), colpevole di essersi recato al cimitero, in visita alla tomba del fratello Lech, ex presidente polacco, in giorni in cui era vietato a tutti gli altri polacchi per via del lockdown.
La canzone è risultata la più votata dagli ascoltatori nella playlist di Trójka, il terzo canale della radio pubblica polacca. Peccato solo che l'emittente abbia deciso di cancellarla dalla classifica sul proprio sito, sostenendo che la votazione sia stata falsata. Una decisione che ha spinto il presentatore della hit parade, Marek Niedzwiecki, a dimettersi e portato alcuni artisti polacchi a ritirare le proprie canzoni da Trójka. Di questo caso, che evoca spettri di censura d'altri tempi, si è occupata la Bbc.
Ostilità per Lgbt+
La Polonia ha conquistato il poco onorevole primato di peggior Paese nell'Unione Europea per le persone Lgbt+. Lo sostiene l'edizione 2020 della Rainbow Map pubblicata ogni anno dalla ong belga Ilga-Europe. Alcuni recenti episodi di violenza ai danni di persone Lgbt+ registratisi nel Paese, oltre a un clima politico caratterizzato da attacchi alla cosiddetta ideologia gender da parte di esponenti del governo, hanno fatto precipitare la Polonia in fondo alla graduatoria Ue, sopravanzando la Lettonia. La notizia su Notes from Poland.
Cento anni di Wojtyła
Il 18 maggio scorso, Karol Wojtyła avrebbe compiuto cento anni. L’evento non poteva certo passare sotto silenzio in Polonia, dove il culto dell’oggi San Giovanni Paolo II è capillare. Salvatore Greco, uno degli autori di Centrum Report, ha parlato dell’eredità del papa polacco ai microfoni di Kiosk, programma dedicato all’Europa centro-orientale in onda ogni settimana su Radio Beckwith. Nella puntata, riascoltabile qui, si è parlato dell’eredità spirituale di Giovanni Paolo II, ma anche degli scandali legati all’insabbiamento di casi di pedofilia e alla sua trasformazione in icona pop e idolo dei teo-con.
Ciak! Si gira
I cinema restano chiusi, ad eccezione di sale all'aperto e drive-in, ma dal 18 maggio in tutto il Paese si è ripreso a girare. Un importante segnale di ripresa per le 180 produzioni che erano state interrotte due mesi fa con l'inizio della pandemia. Fra chi ha ripreso a lavorare, vi sono anche Hbo e Netflix, impegnate in co-produzioni internazionali. Da alcuni anni, grazie anche a generose agevolazioni finanziarie, decine di pellicole straniere vengono girate in Polonia, in particolare da troupe di Bollywood. Via Kafkadesk.
REPUBBLICA CECA
Il senato apre a Taiwan
I dissapori tra la repubblica popolare cinese e il governo ceco sono stati oggetto del dibattito degli ultimi mesi anche qui sulle pagine di Vacláv. Un nuovo capitolo della diatriba sull’asse Praga-Pechino è pronto ad aprirsi dopo che il senato ceco ha votato a favore di una risoluzione che autorizzerà il presidente della camera alta a guidare una delegazione di imprenditori in un viaggio a Taiwan. Si tratta di un gesto simbolicamente molto forte dopo le intimidazioni cinesi di qualche mese fa contro questa decisione. Lo riporta Taiwannews.
No alla diplomazia delle mascherine
Con la “diplomazia delle mascherine”, ovvero l’invio di Dpi e aiuti medici in Occidente, la Cina sta cercando di riscattare la sua immagine di “Paese del virus” e di esercitare al contempo un’azione da leader del mondo che verrà. Pechino è stata attiva, in questo, anche in Repubblica Ceca, dove accanto alla gratitudine per gli aiuti emerge una certa diffidenza. L’operazione della Cina sembra mirata, secondo qualcuno, a trovare un punto d’appoggio per aumentare l’influenza in Europa. Su Foreign Policy.
Giù la maschera
Dopo essere stato uno dei primi Paesi a sciogliere lo stato d’emergenza, la Repubblica Ceca si prepara a sospendere l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, che passa ad essere una semplice raccomandazione. Gli esperti sono divisi sull’opportunità di un simile provvedimento mentre i casi nel Paese sono 8890 con 314 decessi. I segnali distensivi, tuttavia, seguono la linea tenuta finora dal governo di Praga. Se ne parla qui.
Pezzi da museo
Sempre da Kafkadesk, una notizia curiosa che rappresenta anche l’atavica autoironia dei cechi. Mentre si aspetta la fine dell’obbligo di indossare la mascherina, il museo della polizia di Praga invita i cittadini a mandare le proprie, in particolare quelle più creative, per un’esposizione dedicata. Come riferisce la portavoce del museo, Zuzana Pidrmanová, l’idea è quella di mantenere una testimonianza di quanto è successo per le future generazioni e ricordare i valori di solidarietà e unità che la nazione ha mostrato durante l’epidemia.
Per una Praga sostenibile
Tra le riflessioni che la recente pandemia ha favorito, ce n’è una particolarmente interessante sullo sviluppo del turismo di massa ai tempi della gentrificazione. Con molte città vicine alla bancarotta per avere investito quasi esclusivamente sul turismo mordi-e-fuggi, nasce l’esigenza di ripensare il viaggio e il consumo nelle città. Trenta associazioni di cittadini a Praga hanno firmato un manifesto di sostenibilità girato alle autorità municipali. Un modello, quello proposto, che rimette la città al centro frenando quella che ormai viene chiamata la “uberizzazione” dell’economia.
UNGHERIA
Virus e potere / 1
In una buona analisi, intitolata Authoritarian Regime Durability e pubblicata su Visegrad Insight, Edit Zgut spiega come il governo polacco e quello ungherese stiano cercando di approfittare della crisi da coronavirus – poco più di 3500 casi, poco meno di 500 vittime in Ungheria – per sostanziare il loro potere e mettere un’ipoteca sul lungo termine. Per quanto riguarda l’esecutivo magiaro, Zgut sostiene che Viktor Orbán stia da un lato cercando di continuare a nutrire gli oligarchi e dall’altro di sterilizzare le opposizioni. I lavori per la ferrovia tra Belgrado e Budapest, finanziata in larga parte dalla Cina (i dettagli sono stati secretati, riporta Reuters) servono a distribuire appalti. Per limitare le opposizioni ci sono invece i pieni poteri, oltre a pene comminate per diffusione di fake news. E su quest’ultimo punto c’è stata nei giorni scorsi un’azione della polizia contro alcuni esponenti dell’opposizione. Il servizio di Euronews.
Il governo per decreto, tecnicamente previsto dalla Costituzione, viene difeso dalla maggioranza. Una situazione inedita di emergenza richiede decisioni rapide ed efficaci: questa la tesi (se ne parla su Deutsche Welle). A ogni modo, Orbán ha fatto sapere a fine maggio che il rapporto governo-parlamento potrebbe tornare allo schema di prima. Per Reporting Democracy questo annuncio, unito alla contestuale decisione di smantellare le “zone di transito” per migranti al confine con la Serbia, illegali per la Corte di giustizia Ue, segnala l’esigenza di non irritare oltre modo Bruxelles. Sono in vista i negoziati sul bilancio europeo 2021-2027 che verranno ripartiti durante il semestre di presidenza tedesca dell’Ue, che inizia a luglio.
Virus e potere / 2
La pandemia ha inciso, politicamente, anche nel rapporto tra centro e periferia. Diversi sindaci dei partiti di opposizione hanno criticato il decreto con cui il governo ha deciso di recente di trasferire dai municipi alle contee una quota delle risorse generate della tassazione nelle zone economiche speciali. È solo un modo – sostengono i sindaci liberali e di sinistra – per punire le amministrazioni non allineate al governo. Quest’ultimo, da parte sua, giustifica il provvedimento come un necessario riequilibrio nella distribuzione di denaro tra enti locali. Lo riporta Hungary Today.
E poi c’è il caso di Budapest. La capitale è uscita dal lockdown solo il 18 maggio, in ritardo rispetto al resto del Paese. Ciò è dipeso da uno scontro politico tra il governo e il sindaco liberale della capitale, Gergely Karácsony, eletto lo scorso autunno. Per l’esecutivo, il comune di Budapest ha gestito malamente la situazione nelle case di cura per anziani, facendo della città l’area rossa del paese. Karácsony accusa invece il governo di non aver predisposto i tamponi per i pazienti di queste strutture. La fonte è ancora Hungary Today.
Grande, piccola Ungheria
Il 4 giugno sarà il centenario del Trattato del Trianon, uno degli accordi che ridefinirono i confini europei dopo la Seconda guerra mondiale. Il trattato ridusse sensibilmente i confini del secondo ramo dell’impero asburgico: l’Ungheria, appunto. Perse terre che oggi appartengono a Slovenia, Croazia, Slovacchia, Serbia e Romania. La mutilazione territoriale è una delle componenti del nazionalismo magiaro contemporaneo, e Viktor Orbán l’ha spesso cavalcata. Un pezzo di Linkiesta spiega perché e come, soffermandosi sulle recenti controversie sorte, intorno alla memoria divisiva del Trianon, tra Ungheria e Romania.
Wizz Air non resta a terra
E chiudiamo con una notizia che non ha nulla a che fare con il governo. La pandemia da Covid-19 sta mettendo in crisi il settore dell’aviazione civile, ma ci sono delle eccezioni, e una è Wizz Air. Grazie a una solida liquidità, la compagnia low-cost ungherese pianifica l’espansione della flotta e ritiene di poter rientrare nelle perdite del 2020 nel giro di un anno. Wizz Air continuerà ad avere nelle rotte sull’Europa Centrale il suo pilastro, ma pensa anche di volare di più sulle destinazioni dell’Europa occidentale, approfittando della battuta d’arresto che molte delle rivali avranno. Qui la news.
Non solo Orbán
È sempre difficile trovare argomenti che non trattino di democrazia illiberale. In questi anni il racconto sull’Ungheria è divenuto sempre di più un racconto sul suo governo. In parte è inevitabile, in parte è eccessivo. Noi proviamo con i nostri longform a svincolarci da questa dinamica. Per esempio, abbiamo scritto di Gábor Szabó, il grandissimo chitarrista jazz magiaro, e di Telefon Hírmondó, la prima radio via telefono della storia.
SLOVACCHIA
Epidemia sotto controllo
L’epidemia di coronavirus appare decisamente sotto controllo. A fronte di 1503 casi confermati e 28 decessi, la Slovacchia può definirsi uno dei casi di successo nella lotta al virus. Il tasso di mortalità da Covid-19 è il più basso d’Europa e da una settimana a questa parte il numero di nuovi contagi giornalieri è stabilmente sotto le dieci unità. A partire dal 20 maggio, è scattata quindi la quarta fase del programma di riapertura, con il semaforo verde per i saloni di tatuaggi e per le attrazioni turistiche indoor. Restano chiusi invece, zoo e giardini botanici. Cade l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, a patto che si mantenga una distanza di cinque metri da coloro che non appartengono al proprio nucleo familiare. Le misure vengono riportate da Agenzia Nova. Permarranno invece fino al 26 giugno i controlli alle frontiere con i Paesi limitrofi.
Il modello slovacco
The Atlantic ha dedicato un approfondito servizio al modo in cui la Slovacchia ha combattuto il coronavirus. La rivista statunitense ha identificato tre punti chiave che hanno permesso al Paese di riuscire a gestire bene l’epidemia. Al primo posto c’è stato il comportamento della leadership nazionale che ha saputo assumere il ruolo di guida e di esempio di pratiche virtuose. Da subito le autorità si sono presentati agli appuntamenti pubblici indossando guanti e mascherine, sensibilizzando la popolazione sulla necessità di indossare gli strumenti di protezione in un momento in cui in altri Paesi ancora si discuteva sulla loro reale efficacia. Proprio l’utilizzo delle mascherine da parte degli slovacchi viene considerata la seconda chiave del successo, mentre al terzo posto c’è la tempestiva decisione di fare scattare il lockdown a pochi giorni dal primo caso registrato.
Il crollo dell'economia
Se la gestione sanitaria dell’emergenza ha ricevuto numerosi plausi, qualche ombra si allunga invece sulla parte economica. Uno studio condotto dal Centro di Bratislava per le politiche pubbliche e dal centro di analisi Inline Policy, ha rivelato che il ritardo del governo slovacco nel fornire adeguate contromisure a difesa dell’economia mette a rischio la competitività del Paese nell’immediato futuro. La ricerca ha comparato le misure adottate dai governi di Germania, Regno Unito, Francia, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. Come viene riportato dallo Slovak Spectator, quello di Bratislava è il governo che si è dimostrato meno generoso, il più ristretto nell’utilizzo di strumenti, e il più lento a rispondere.
L’agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso la valutazione dell’economia slovacca da A+ ad A, con outlook stabile. Sulla decisione hanno influito le conseguenze della pandemia di Covid-19, che faranno contrarre del 10% il Pil nel 2020 prima di una ripresa prevista del 6,8% per il prossimo anno. L’analisi completa si trova sul sito di Fitch. Intanto il tasso di disoccupazione ha compiuto un balzo in avanti: dal 5,2% di marzo si è passati al 6,6% di aprile. Lo scrive Reuters.
Centri di quarantena sotto stress
Una delle misure prese per impedire l’importazione di nuovi casi di coronavirus è stata quella istituire dei centri di quarantena obbligatori per chiunque rientrasse dall’estero. Si è trattato di uno dei provvedimenti più contestati, sia per il carattere invasivo, che per lo stato - spesso denunciato come fatiscente - delle strutture prescelte. Il New York Times si è occupato della questione, andando a raccogliere le testimonianze di chi si è dovuto sottoporre a questo tipo di isolamento.
Il sovraffollamento dei centri di quarantena ha indotto il governo a concedere la possibilità di svolgere il periodo di isolamento, laddove possibile, nel proprio domicilio. Per poter monitorare il corretto svolgimento della quarantena è stata sviluppata un’applicazione da installare su base volontaria da parte delle persone che attraversano la frontiera. Lo riporta The Mayor. Proprio questa app e le preoccupazioni legate all’utilizzo dei dati personali sono oggetto di un servizio di Balkan Insight.
Caso Kuciak, si dimette un giudice costituzionale
Un nuovo capitolo della vicenda legata all’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della fidanzata Martina Kušnírová ha avuto come protagonista il giudice della Corte costituzionale, Mojmir Mamojka. Il magistrato ha rassegnato le dimissioni a seguito delle polemiche per i suoi presunti legami con Marián Kočner, l’uomo d’affari accusato di essere il mandante dell’omicidio. Ne scrive Euronews.
Migliora la qualità dell'aria
Il severo lockdown a cui è stata sottoposta la Slovacchia ha avuto almeno un risvolto positivo: la qualità dell’aria è migliorata. Secondo un’indagine condotta dall’Istituto meteorologico slovacco, le concentrazioni di diossido di azoto si sono contratte del 24,5% mentre le emissioni di particolato Pm10 si sono ridotte dell’8,5%. Lo riporta The Mayor.