Václav #22
20 novembre - 4 dicembre 2019
Apriamo questo Václav con l’insediamento del governo polacco. Ancora una volta, sarà un monocolore di Diritto e Giustizia (PiS), il partito di destra del premier Mateusz Morawiecki. Manca però la maggioranza assoluta al Senato, pur se ciò non significherà ingovernabilità. La camera alta del parlamento polacco non esprime rapporto di fiducia con l'esecutivo, a differenza del Sejm, la bassa.
Costruire “un Paese normale”: così il capo dell’esecutivo ha riassunto il programma per questa legislatura. Per Paese normale intende il rafforzamento dello stato sociale e la tutela dei valori tradizionali e della famiglia.
Intanto, continua il confronto-scontro con l’Unione europea sulla riforma della magistratura. Un mero affare interno, secondo Varsavia; una serie di picconate all’equilibrio tra poteri, a sentire Bruxelles.
Dalla Polonia alla Repubblica Ceca, da dove arriva la notizia dell’acquisizione della cittadinanza da parte di Milan Kundera, il più grande scrittore ceco vivente. Lasciò Praga nel 1975, e non è più tornato. Perse allora la cittadinanza cecoslovacca.
E poi Slovacchia e Ungheria, con qualche spunto pre-elettorale da Bratislava (si vota a febbraio per il parlamento) e un po’ di notizie particolari da Budapest: su tutte, la corsa per lo spazio e il giallo dell’Eurovision. L’Ungheria non manderà alcun artista alla competizione canora paneuropea, troppo “liberale”.
Buona lettura!
POLONIA
“Per un Paese normale”
Rafforzare il ruolo dello Stato nell’economia e portare il Paese alla normalità, sia sul piano economico che su quello sociale. Sono queste le linee guida dei prossimi quattro anni di governo disegnate dal primo ministro Mateusz Morawiecki, che di recente ha tenuto un discorso in parlamento. Come riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo Morawiecki i polacchi hanno investito Diritto e Giustizia (PiS), il suo partito, trionfatore alle elezioni di ottobre, della missione di costruire un moderno stato sociale. Tra le promesse per i prossimi anni, figurano la modernizzazione delle scuole, il miglioramento del sistema sanitario e una burocrazia più snella.
Dopo aver attaccato le politiche neoliberiste responsabili di aver sconvolto la scala dei valori del Paese, Morawiecki ha evidenziato come il suo governo stia costruendo “un Paese “normale”, fondato sulla lotta alle diseguaglianze e sulla tutela della famiglia tradizionale. Critico, sul concetto di normalità, Grzegorz Schetyna, leader di Piattaforma Civica (Po). Il desiderio di normalità – ha affermato – passa attraverso il rispetto della legge e la prudenza economica, principi che vengono quotidianamente infranti dal governo in carica. Ne scrive Tvn24.
La sfida sulla giustizia
La Corte di giustizia dell’Ue (Cgue), che aveva già bocciato il pensionamento anticipato dei giudici della Corte suprema polacca (da 70 a 65 anni), che avrebbe comportato una gragnuola di nomine in quota governo, ha stabilito che l’organo competente per i ricorsi dei magistrati mandati in pensione anticipatamente, ossia la Camera disciplinare, non è sufficientemente indipendente dall’esecutivo. Questo perché i suoi membri risultano nominati dal Consiglio nazionale giudiziario, l’organo di autogoverno delle toghe, anch’esso oggetto di una riforma che lo ha parzialmente soggiogato all’esecutivo. La Cgue ha stabilito che dovrà essere la Corte suprema polacca a determinare se la Camera disciplinare può gestire in piena autonomia i ricorsi dei giudici.
Il premier Mateusz Morawiecki ha dichiarato che la Polonia procederà in ogni caso con la propria riforma. Un nuovo fronte nello scontro con le istituzioni europee sulla giustizia, insomma. «L’indipendenza della magistratura è importante – ha affermato – ma questo non implica una mancanza di responsabilità. I cittadini hanno diritto ad avere dei tribunali efficienti». Ne scrive Deutsche Welle.
Restando in tema di giustizia, il Parlamento ha eletto tre nuovi giudici del Tribunale costituzionale in un clima di roventi polemiche. Le tre toghe sono infatti vicini al PiS. Due di loro, in particolare, sono ritenuti controversi. Si tratta di Stanisław Piotrowicz, che ricoprì l’incarico di procuratore di Stato duranti gli anni del comunismo, e Krystyna Pawłowicz, esponente dell’ala più radicale del partito, resasi protagonista in passato di dichiarazioni molto dure contro la comunità Lgbt+ e contro l’Ue. Se ne occupa Notes from Poland.
Clima, ammonizione da Bruxelles
La Commissione europea ha deferito la Polonia alla Cgue per aver concesso esenzioni sulle accise su gas e carbone a compagnie le cui pratiche risultano altamente inquinanti. Le disposizioni europee in materia prevedono invece che tali esenzioni possano essere concesse solo a quelle aziende che introducono miglioramenti ambientali o di efficienza energetica. Ne scrive Emerging Europe.
Stop al gas russo?
La PGNiG, compagnia statale del gas, ha annunciato che la Polonia potrebbe smettere di importare il gas russo. L’attuale contratto che la lega alle forniture della Gazprom scadrà il 31 dicembre 2022, e la PGNiG ha già informato il colosso energetico russo che non è disposta a rinnovarlo se ne non si troveranno soluzioni commerciali più vantaggiose. Lo riporta la Associated Press. Varsavia sta già da anni cercando di ridurre la dipendenza dal gas di Mosca. Paradossalmente, però, sta aumentando quella dal carbone russo. Notes From Poland spiega il perché.
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