Le lunghe antenne della chiesa

Il leader della destra polacca, Jarosław Kaczyński, ospite negli studi di Radio Maryja con il fondatore di quest’ultima, padre Tadeusz Rydzyk (dalla pagina Facebook di Radio Maryja).

Il leader della destra polacca, Jarosław Kaczyński, ospite negli studi di Radio Maryja con il fondatore di quest’ultima, padre Tadeusz Rydzyk (dalla pagina Facebook di Radio Maryja).

di Salvatore Greco

«E dunque, o Madre Santa del Perpetuo Soccorso, ti porgo questa mia grande preghiera, una grande invocazione: abbi cura del popolo intero, anche di quelli che ancora non amano la Polonia tanto quanto noi qui riuniti, quanto la grande famiglia di Radio Maryja». È il primo dicembre 2018 quando il premier polacco Mateusz Morawiecki, pronuncia queste parole di fronte a una platea di centinaia di persone, che gli risponde con un applauso scrosciante. L’occasione non è una ricorrenza dello Stato, ma un evento privato. Sono le celebrazioni per il ventisettesimo anniversario della fondazione di una piccola radio cattolica di Toruń, proprio quella Radio Maryja evocata dal premier nel suo discorso. Il motivo della presenza di Morawiecki e il senso delle sue parole sono il segno di un’alleanza di ferro che in Polonia dura da anni. Quella tra Diritto e giustizia (PiS), il partito al governo dal 2015, e una parte della chiesa polacca, rappresentata proprio dalla “famiglia di Radio Maryja” e dal volto bonario del suo fondatore, il sacerdote Tadeusz Rydzyk.

Radio Maryja, la quinta emittente più ascoltata della Polonia, la prima tra gli over 60, è il simbolo del patto tra la destra al potere e una certa chiesa, molto conservatrice.

Nonostante la quasi omonimia, Radio Maryja non ha quasi nulla a che fare con l’emittente consorella che trasmette in Italia dal comasco. Innanzitutto, a partire dai numeri: secondo i dati dell’osservatorio nazionale di radiofonia e televisione (KRRiT), l’emittente di Padre Rydzyk è la quinta radio più ascoltata in Polonia, subito dopo i grandi network nazionali, e diventa la prima se si limita l’osservazione ai soli ascoltatori over 60. Questi ultimi in particolare danno spesso vita a delle associazioni, i “circoli di Radio Maryja”, che organizzano gruppi di ascolto, pellegrinaggi, opera di propagazione. In poche parole, funzionano come vere e proprie sezioni di un partito strutturato sul territorio.

Radio Maryja non è poi il solo medium gestito dal “Padre Direttore”, come si fa chiamare Rydzyk, ma si accompagna all’emittente televisiva TV Trwam - che raggiunge giornalmente circa 33.000 telespettatori - e al quotidiano Nasz Dziennik per il quale l’editore dichiara vendite medie di circa 100.000 copie al giorno. Quello che gira attorno a Radio Maryja è insomma un universo mediatico di tutto rispetto, che può vantare un’invidiabile facilità di accesso alle stanze dei bottoni. Lo dimostrano la costante presenza ai microfoni dell’emittente dell’ex ministro della difesa Antoni Macierewicz o le numerose occasioni in cui il premier Morawiecki e il leader di PiS Jarosław Kaczyński sono apparsi e appaiono ancora in occasioni pubbliche a fianco di Padre Rydzyk.

Tre anni prima dell’intervento dal palco di Morawiecki, stesso giorno e stessa occasione: accanto a Padre Rydzyk questa volta c’è Jarosław Kaczyński in persona. Quel giorno si festeggiano non solo i 24 anni di vita dell’emittente, ma anche la tornata elettorale di poche settimane prima, che ha portato nuovamente PiS al governo. «Senza di te, Padre Direttore, questa vittoria non sarebbe arrivata», dichiara Kaczyński svelando un segreto di Pulcinella: tra i due c’è qualcosa che va oltre la convergenza di valori e che si esprime in un vero e proprio patto elettorale.

Il perché una radio religiosa, che ha come slogan “la voce cattolica nella tua casa”, faccia tanto sfacciatamente campagna elettorale per un partito politico è una specificità tutta polacca in Europa. Radio Maryja non è solo una radio confessionale. Accanto ai programmi di preghiera e riflessione, l’emittente ha una linea politica precisa e che non ha praticamente mai nascosto, espressione di un sentimento conservatore dalle radici antiche che Rydzyk ha avuto la furbizia politica di cavalcare per primo.

Per le sue posizioni radicali, il fondatore della radio, padre Rydzyk, è quasi più vicino ai lefebvriani che alla chiesa di Francesco.

«Rydzyk è un sacerdote cattolico, e agisce e vive da sacerdote nel contesto successivo al Concilio Vaticano II. Eppure, per le sue posizioni radicali, è quasi più vicino ai lefebvriani che alla chiesa di Francesco» spiega a Centrum Report Stanisław Obirek, teologo dell’Università di Varsavia, che poi aggiunge: «Con i cambiamenti del 1989 ma soprattutto con l’adesione alla Ue molta parte della società polacca, e soprattutto della chiesa, ha percepito una progressiva perdita di identità nazionale, culturale e religiosa. In questo contesto, un discorso radicale e populista che dava una risposta confortante a queste paure è riuscito a diventare egemone, ed è stato Rydzyk a farsene testimone».

L’universo di Radio Maryja, che come emittente è attiva dal 1991, non era tuttavia nato così e la figura del suo fondatore come ideologo reazionario è emersa solo nel tempo. Sempre Obirek racconta: «Ho conosciuto personalmente Rydzyk e la sua allora piccola radio all’inizio degli anni Novanta quando mandarono in onda delle mie riflessioni dedicate alla figura di Giobbe, e l’impressione che ne ebbi fu del tutto positiva, di una radio dedicata all’approfondimento del discorso religioso». Poi con la prima vittoria elettorale di PiS le cose sono cambiate.  «A partire dal 2005 invece ricordo bene come gli ascoltatori che telefonavano in diretta dicevano delle cose inaudite per il cattolicesimo post-conciliare con discorsi severi e spesso antisemiti che i moderatori, a partire da Rydzyk stesso, incoraggiavano anziché rimproverare».

Inizialmente, la radio non faceva lotta politica. La svolta nel 2005, quando Diritto e Giustizia (PiS), il partito populista di Jarosław Kaczyński, salì per la prima volta al potere.

Negli ultimi cinque anni il discorso antisemita si è ammorbidito, anche per ragioni di opportunità, ma non è cambiato l’atteggiamento da prima linea tenuto da Radio Maryja nei confronti dei «nemici della chiesa e della Polonia», come Rydzyk definisce spesso l’opposizione liberale, l’Europa o i migranti. Al momento della stesura di quest’articolo, l’articolo di fondo dell’edizione online di Nasz Dziennik è un’osservazione preoccupata sull’egemonia di sinistra nel mondo del teatro dall’eloquente titolo, “Teatro dell’odio”, mentre l’edizione del 30 gennaio della striscia informativa di TV Trwam, Polski punkt widzenia (Il punto di vista polacco), è incentrata sul tema dei risarcimenti di guerra dovuti alla Polonia, cavallo di battaglia della destra polacca più oltranzista.

I punti di contatto tra il messaggio di Rydzyk e quelli della destra nazionalista sono confermati anche nel libro Czego nas uczy Radio Maryja (Cosa ci insegna Radio Maryja, 2009) curato dal sociologo Ireneusz Krzemiński, il quale ritrova un filo conduttore preciso tra la linea del Padre Direttore e il nazionalismo cattolico sorto in Polonia nel primo dopoguerra e diventato noto come endecja, il cui obiettivo era rendere il Paese etnicamente e linguisticamente omogeneo. L’immaginario su cui si fondava l’endecja e la figura del suo principale ideologo, Roman Dmowski, affollano oggi il pantheon di tutti i maggiori movimenti dell’estrema destra in Polonia. E, in maniera più sottile, sottostanno alla linea predicata in onde medie da padre Rydzyk.

Nulla di alieno al contesto polacco dunque che un sacerdote si spinga così lontano nel dichiarare la sua linea politica, né che essa abbia terreno fertile tra le fasce sociali più intimorite dalla modernità. Più strano, in apparenza, il silenzio accomodante con cui la chiesa in Polonia oggi accompagna l’operato di Rydzyk. Non è sempre stato così racconta Obirek. «Per molto tempo la chiesa si è opposta a Rydzyk, ad esempio con le parole dell’allora arcivescovo di Varsavia, Monsignor Glemp, che lo definì “un grande problema”, ma oggi c’è un'altra aria nella chiesa e lo dimostra anche la freddezza tra Roma e l’episcopato polacco che accetta a fatica Francesco come proprio Papa. A queste autorità ecclesiastiche Rydzyk fa comodo, possono affermare a parole di essere con la chiesa post-conciliare di Francesco, ma poi non dicono nulla contro il messaggio di Rydzyk permettendogli di diventare quasi egemone. Da un lato sarebbe imbarazzante usarlo come logo ufficiale della chiesa, ufficialmente non ha supporto, ma dall’altro è tollerato dai vescovi. È comodo tenerlo un po’ scostato».

La curia polacca ha un rapporto ambivalente con Rydzyk. Da un lato, non appoggia il suo interventismo politico. Dall’altro lo tollera.

Accanto alla chiesa, padre Rydzyk ha un altro potentissimo alleato nel governo e dunque nella pioggia di finanziamenti statali a cui può attingere. La fondazione Lux Veritatis, sotto la quale agiscono tutte le attività da lui coordinate, viene definita da Obirek «uno Stato nello Stato». La quantità di fondi pubblici a cui l’universo di Radio Maryja ha avuto e continua ad avere accesso è oggetto di inchieste e polemiche. Il sito di inchiesta OKO.press, da anni impegnato in una campagna di trasparenza sul denaro pubblico dirottato verso Rydzyk, nello scorso maggio ha pubblicato un rendiconto dettagliato che arriva a un totale di oltre 80 milioni di złoty (circa 20 milioni di euro) passati dai budget dei vari ministeri alle casse di Lux Veritatis, le cui voci di spesa vanno dalle consulenze, alle conferenze, alla copertura offerta dai media di Rydzy, ma la voce più consistente - da 50 milioni di złoty - non ha nulla a che fare con l’editoria. Riguarda invece la costruzione di una centrale geotermica a Toruń. L’azienda beneficiaria è la Società Geotermia Toruń, fondata da Lux Veritatis. Tra i suoi amministratori c’è un uomo di punta di Radio Maryja: Grzegorz Moj. La centrale dovrà fornire riscaldamento a numerose attività di Toruń tra cui lo studentato della Wyższa Szkoła Kultury Społecznek i Medialnej, scuola privata di giornalismo fondata nel 2001 e controllata personalmente da Tadeusz Rydzyk.

Questa è solo la punta di un iceberg particolarmente grande e ramificato che permette al Padre Direttore di controllare attività commerciali e mediatiche di grande portata economica, finanziate in grandissima parte con il denaro pubblico che, secondo l’opposizione, è il “debito di gratitudine” con cui il partito di Kaczyński ripaga Rydzyk per il sostegno elettorale. E proprio con queste parole che długwdziecznosci.pl, che il deputato d’opposizione Sławomir Neumann ha aperto un sito in costante aggiornamento che contabilizza il denaro pubblico arrivato a Lux Veritatis da quando PiS è al governo del Paese. La cifra attuale, di 166 milioni di złoty, è il doppio di quella registrata da OKO.Press.

Il travaso di denaro dal governo alle società di Rydzyk, che oltre alla radio controlla un giornale, una tv e altri business, è aumentato da quando i populisti sono di nuovo al potere.

«Quando PiS è tornato al governo tre anni fa, Rydzyk è diventato un azionista di maggioranza del partito e del governo. Come segno esteriore di questa alleanza, c’è il fatto che tutti i rappresentanti del governo e del partito vanno regolarmente in pellegrinaggio a Toruń. È stato particolarmente imbarazzante vedere anche il premier Morawiecki - apparentemente una persona fredda e razionale - partecipare a questi balletti nella chiesa di Rydzyk. È un’alleanza molto nociva per la chiesa e per lo Stato. Per un osservatore esterno che guarda alla Polonia, Rydzyk identifica la chiesa e PiS la politica».

Ultimamente i rapporti tra Rydzyk e Kaczyński sembrano essersi raffreddati, il capo di PiS ha preferito mandare il premier Morawiecki all’ultimo compleanno di Radio Maryja e il sacerdote, da qualche tempo ormai, manovra sottotraccia alla costituzione di un movimento conservatore guidato ufficialmente dall’eurodeputato uscente Mirosław Piotrowski. Questo nuovo soggetto politico, programmato per puntare alle europee, dovrebbe chiamarsi Movimento per la vera Europa (Ruch Prawdziwa Europa) e si rifà alla base programmatica di Europa Christi, associazione sostenuta da padre Rydzyk per promuovere le radici cristiane dell’Europa contro, tra le altre cose, il liberalismo e la fantomatica ideologia gender «che è una minaccia non solo per l’Europa ma per tutta l’umanità», come si legge sul manifesto del movimento.

Padre Rydzyk naturalmente ha negato a più riprese il suo coinvolgimento e sul merito si è limitato a dichiarare sibillino: «Appoggio ogni forma di bene e sono contento per ogni forma di bene che l’uomo compie». Potrebbe essere il segno di un primo scollamento tra Rydzyk e PiS, troppo poco radicale per Rydzyk. Ma anche una mossa per forzare Kaczyński a dare ancora di più. «Di certo l’opposizione non può sperare nella spaccatura del campo avversario, ma deve soprattutto trovare la sua unità», spiega Obirek.

A oggi la registrazione di questo nuovo partito è stata rigettata dal tribunale amministrativo di Varsavia. Potrebbe trattarsi solo di un problema amministrativo di facile risoluzione o della dimostrazione che alla prova dei fatti si tratta solo di uno spauracchio agitato dagli ambienti di Rydzyk verso il governo per ricordare il proprio peso. Quel che è certo è che il rapporto tra PiS e Radio Maryja è vicino alla simbiosi, il partito ha evidentemente bisogno dell’appoggio mediatico ed elettorale di Rydzyk e il sacerdote non può fare a meno dello Stato per finanziare i suoi progetti di espansione imprenditoriale.

Un legame quasi inscindibile. Per i critici del governo e della chiesa - perlomeno di questa chiesa - è riassumibile nelle parole di Obirek che a proposito di questo connubio fatale di forze conservatrici dice: «aspettiamo la fine di questo lungo incidente di percorso».

Centrum Report