La prima radio del mondo

di Lorenzo Berardi

Nel pomeriggio di un gelido mercoledì invernale del 1893, una sessantina di facoltosi residenti di Budapest avvicinarono in contemporanea il proprio orecchio al ricevitore del loro apparecchio telefonico di casa. Dopo qualche secondo di attesa, dall’altro capo del filo udirono le seguenti parole:

“Salutiamo gli abitanti di Budapest! E li salutiamo in un modo insolito. Salutiamo la città che ha lanciato il primo notiziario telefonico nel suo viaggio alla conquista del mondo intero”.

Era il 15 febbraio e quel messaggio annunciava la nascita di Telefon Hírmondó (L’Araldo Telefonico), il primo servizio in assoluto di notizie e musica trasmesse al telefono, dotato di un palinsesto e capace di raggiungere utenti privati. Caratteristiche che hanno convinto persino la Bbc a definirlo “la prima stazione radiofonica del mondo”, nonostante i suoi programmi non si propagassero su onde radio. La voce che quel giorno aveva salutato gli ascoltatori apparteneva a Tivadar Puskás, pioniere magiaro della telefonia che aveva perfezionato e brevettato la tecnologia grazie alla quale Telefon Hírmondó trasmetteva. Avrebbe continuato a farlo, su una rete telefonica dedicata, fino al 1944.

Tivadar Puskás, l’inventore di Telefon Hírmondó.

Tivadar Puskás, l’inventore di Telefon Hírmondó.

Oggi, all’infuori dell’Ungheria, quello di Tivadar Puskás è un nome poco noto al grande pubblico. Eppure l’inventore magiaro – spentosi ad appena 49 anni – già cercatore d’oro in Colorado e ideatore di una delle primissime agenzie di viaggi internazionali, fu una delle menti più creative e visionarie nel settore delle telecomunicazioni di massa. Negli Stati Uniti lavorò con il grande Thomas Alva Edison e si deve a lui l’invenzione della prima centralina multipla al mondo che permetteva a un numero elevato di utenti di essere collegati in contemporanea a una singola centrale telefonica. Fu proprio questa rivoluzionaria centralina ad essere adoperata per Telefon Hírmondó. Secondo la stampa scientifica dell'epoca, consentiva di sopportare un traffico massimo di mezzo milione di ascoltatori in contemporanea, 10mila volte di più di quelli che mandavano in tilt un analogo apparato di Edison. Un vantaggio tecnologico che convinse Puskás a lanciare l'araldo telefonico brevettandolo in madrepatria nel 1892 come “un nuovo metodo per organizzare e installare un giornale telefonico”. E nel giro di appena un anno riuscì a trasformare questo innovativo sistema in realtà.

Una pubblicità di Telefon Hírmondó dei primi del ‘900 che mostra come fosse possibile ascoltare musica lirica in diretta grazie a questo servizio

Una pubblicità di Telefon Hírmondó dei primi del ‘900 che mostra come fosse possibile ascoltare musica lirica in diretta grazie a questo servizio

Per la verità, già dal 1890 a Parigi esistevano i primi esemplari di théâtrophone basati su una tecnologia simile a quella di Puskás, ma priva di una centralina telefonica multipla. Inoltre, il servizio parigino non era inizialmente strutturato su un palinsesto giornaliero, né raggiungeva utenti privati. Lo si poteva ascoltare soltanto da apparecchi installati in locali pubblici come alberghi, club e caffè, acquistando biglietti per una durata di cinque minuti o per un'intera rappresentazione operistica o teatrale. 


Successo a Budapest, fallimento a Roma

Purtroppo, l'ideatore ungherese di questa emittente unica al mondo, nonché il primo a trasmettervi la propria voce, morì appena un mese dopo il lancio del servizio, senza poterne intuire il futuro successo. A circa un anno dalla sua scomparsa, il fratello Albert non esitò a vendere Telefon Hírmondó e il prezioso brevetto di Tivadar all'ingegner István Popper. E sarebbe stato proprio quest'ultimo a trasformare l'araldo telefonico da un geniale servizio rivolto a pochi eletti in una vera e propria realtà commerciale della comunicazione cittadina, riorganizzandolo in una società per azioni.

Grazie al progressivo aumento degli abbonati e a investimenti mirati, Popper modernizzò l'apparecchiatura tecnica di trasmissione e creò nuovi programmi, pensati per raggiungere un pubblico ancora più ampio. Nell'ottobre del 1894, la redazione si trasferì dagli ormai inadeguati spazi di via Magyar 6, a un palazzo al numero 22 di via Rákóczi, sempre in zona Astoria. A Popper si deve inoltre l'idea di creare una rete telefonica riservata alle trasmissioni di Telefon Hírmondó; agli albori del XX secolo era già lunga 560 chilometri e aveva 27 diramazioni, una per ognuno dei distretti di Budapest.

Nel 1907 il servizio era ormai un'istituzione in città tanto che, il 22 giugno di quell’anno, la prestigiosa rivista statunitense Scientific American ne pubblicò un tipico palinsesto giornaliero. I programmi trasmessi attraverso i cavi telefonici ai cittadini di Budapest iniziavano alle 9 in punto con l'annuncio dell'ora esatta astronomica e terminavano alle 21:30, dopo una performance di musica lirica. Durante l'arco di una singola giornata si potevano ascoltare anche dispacci di politica interna ed estera, una rassegna stampa dei quotidiani della capitale, quotazioni azionarie, previsioni del tempo, cronache parlamentari, sportive, di costume e teatrali, oltre a marce militari e brani tradizionali. La programmazione quotidiana dell'araldo telefonico prevedeva che i notiziari venissero trasmessi più volte, con eventuali aggiornamenti, e poteva comprendere anche letture di poesie, lezioni accademiche e corsi di lingua inglese, francese e italiana. Tutto rigorosamente in diretta, visto che una tecnologia per registrare e poi diffondere questi programmi ancora non esisteva.



Se nessuna città degli Stati Uniti scelse di investire nel “nuovo giornale telefonico” di Tivadar Puskás, nel resto dell'Europa servizi simili iniziarono a diffondersi, anche se con esiti meno convincenti che in Ungheria. In Italia fu l'ingegner Luigi Ranieri a ottenere dal Ministero delle Poste l'ambita concessione per trasmettere, attraverso una linea dedicata, musica e notiziari da una stazione centrale ad appositi apparecchi solo riceventi dotati di cuffie. A Roma il servizio, registrato come 'L'Araldo Telefonico', fu lanciato il 19 luglio del 1909 – 18 anni prima della fondazione dell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche (Eiar), antenato della Rai – e in seguito venne istituito anche a Milano e Bologna.

Le trasmissioni via cavo telefonico italiane incontrarono però varie difficoltà. Nella Città Eterna, dove le notizie provenivano dalla nota agenzia di stampa Stefani, raggiunsero un massimo di appena 1315 abbonati nel 1913 (fra i quali la regina Margherita di Savoia e l'allora socialista Benito Mussolini) e chiusero nel 1916 per il fallimento della società che le curava. A Milano e Bologna, dove erano partite più tardi, vennero pian piano eclissate dall'Eiar, nonostante avessero l'esclusiva di trasmettere concerti, opere liriche e operette in cartellone nei migliori teatri cittadini. Come se non bastasse, nel 1923 lo stesso Ranieri aveva fondato una propria stazione radiofonica, Radio Araldo. Ben presto, l'Araldo Telefonico si limitò a ritrasmettere i programmi dell'emittente gemella a onde medie per chi ancora non disponeva di un apparecchio radiofonico. Il servizio di Bologna fu l'ultimo a chiudere i battenti, nel 1943, quando ormai contava appena un centinaio di abbonati e gli abitanti della città, colpita da pesanti bombardamenti aerei alleati, avevano altre priorità.

Un’immagine di una trasmissione musicale di Telefon Hírmondó, tratta dall’articolo dedicato all’araldo telefonico ungherese pubblicato nel 1907 da Scientific American.

Un’immagine di una trasmissione musicale di Telefon Hírmondó, tratta dall’articolo dedicato all’araldo telefonico ungherese pubblicato nel 1907 da Scientific American.


Un servizio all'avanguardia e redditizio 

Nei suoi 52 anni di onorata carriera lungo i cavi telefonici di Budapest, Telefon Hírmondó raggiunse un pubblico massimo di circa 10mila abbonati all'anno e arrivò a impiegare fra le 150 e le 180 persone, compresi un caporedattore, quattro capi sezione e nove reporter sul campo. Il lavoro più faticoso spettava però agli annunciatori che erano definiti “araldi” o “stentori” nei documenti dell’epoca, in quanto la qualità ancora approssimativa dell’amplificazione audio disponibile li costringeva a declamare i testi a voce alta, stentorea appunto, davanti a speciali microfoni simili ad alambicchi. Il giornalista statunitense Thomas S. Denison, invitato negli studi di Telefon Hírmondó nel 1901, riferiva che erano sufficienti dieci minuti di una simile lettura per affaticare gli annunciatori i quali, va ricordato, trasmettevano in diretta. La qualità del suono, più che adeguata per un agevole ascolto delle notizie trasmesse dal ricevitore telefonico di casa, non era però ideale per apprezzare appieno i brani musicali nonostante le progressive migliorie tecnologiche adottate dall’emittente. Mancavano tanto un'efficace insonorizzazione degli ambienti da cui si effettuavano le trasmissioni quanto le possibilità offerte negli anni a venire dall'audio stereofonico e multicanale.

Su altri importanti aspetti, invece, Telefon Hírmondó era all’avanguardia. Fatto unico per un organo d’informazione dell’epoca, ad esempio, anche alcune donne facevano parte del suo personale: non si trattava tuttavia di annunciatrici o redattrici, ma di cantanti liriche e di operetta che si esibivano in celebri arie davanti al microfono a beneficio degli ascoltatori. Redattori, giornalisti, tecnici, cantanti e annunciatori percepivano un regolare stipendio, garantito dal fatto che l'araldo telefonico fosse non solo economicamente sostenibile, ma anche redditizio per la società per azioni che lo gestiva.

Chi voleva ascoltare Telefon Hírmondó, dal proprio telefono di casa, poteva farlo pagando un abbonamento annuale che nel 1901 ammontava a 18 fiorini, pari a circa 215 Euro odierni. Una spesa che molti degli allora 800mila abitanti della capitale non avrebbero potuto permettersi a cuor leggero, ma tutto sommato contenuta per gli abbienti titolari di un telefono domestico. Basti pensare che il canone fisso annuale per essere connessi alla rete telefonica era di 150 fiorini (equivalenti a 1800 Euro di oggi). Oltre agli utenti privati, anche molti dei prestigiosi hotel di Budapest si erano abbonati al servizio e lo offrivano gratuitamente ai propri ospiti che mostravano di apprezzarlo, come ricorda lo scrittore britannico W.B. Forster Bovill nel suo Hungary and the Hungarians, pubblicato nel 1908:

“Chi trascorre, come me, il proprio tempo nella sala lettura di un grande albergo o all’interno di un caffè di Budapest a un certo punto nota un improvviso affollarsi attorno a un apparecchio simile a un telefono appeso a una parete”.

Un’altra preziosa entrata nelle casse della società titolare del servizio proveniva dalla pubblicità. Eventuali inserzionisti potevano assicurarsi spazi pubblicitari vocali declamati a squarciagola, ma sempre con impeccabile dizione, dagli annunciatori dell’emittente. Costavano un fiorino ogni 12 secondi, pari a circa un Euro al secondo al cambio attuale: una tariffa concorrenziale a quella dei quotidiani cittadini. Sempre nel 1901, occorrevano circa 120mila fiorini all’anno, comprensivi di stipendi, spese gestionali, affitto dei locali e manutenzione dei cavi, per fare funzionare Telefon Hírmondó. Considerato che in quell’anno l'araldo contava su un pubblico di 7500 abbonati, bastavano i loro 18 fiorini a ripagare le spese, trasformando in profitto quanto proveniva dalle inserzioni pubblicitarie.

Un simpatico poster di Telefon Hírmondó di inizio ‘900, quando il servizio contava quasi 10mila abbonati.

Un simpatico poster di Telefon Hírmondó di inizio ‘900, quando il servizio contava quasi 10mila abbonati.

Fra gli abbonati celebri a cavallo fra XIX e XX secolo vi furono persino l'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe, il premier magiaro Dezső Bánffy e vari sindaci di Budapest, oltre a numerosi intellettuali dell'epoca. Erano anni in cui nella capitale ungherese, nata dall’unione di Buda e Pest nel 1873, si apriva la seconda linea di metropolitana al mondo e in cui la vita culturale della città lungo il Danubio rivaleggiava con quella di Londra, Parigi, Vienna e Berlino. Nessuna delle maggiori capitali europee dell'epoca e neppure la stessa New York poteva però vantare un “giornale telefonico” così strutturato e capillare come Telefon Hírmondó, tanto che la stampa statunitense cominciò a interessarsene. In un mondo nel quale ancora non esisteva il concetto di trasmissioni radiofoniche di massa – le prime emittenti pubbliche e commerciali sarebbero state aperte nel 1920 oltreoceano – Telefon Hírmondó era un unicum: un quotidiano audio per tutta la famiglia con il vantaggio di fornire anche notizie in tempo reale, intrattenimento musicale e culturale.

Anche per questo, disdire il proprio abbonamento all'araldo telefonico era assai più complesso che interrompere una sottoscrizione a un giornale tradizionale. Gli ascoltatori dovevano pagare il primo anno del servizio in anticipo per ottenere l’installazione di uno speciale apparecchio telefonico ricevente da appendere alla parete. Il tutto a carico di di Telefon Hírmondó che, terminato l’abbonamento, se lo riprendeva. Non mancarono tuttavia i primi casi al mondo di pirateria. La stampa di Budapest riferì di come un certo signor Kapus, sotto alla cui finestra passava una linea telefonica sospesa di Telefon Hírmondó, agganciò a quest’ultima un cavo riuscendo così ad ascoltare abusivamente con un paio di auricolari le trasmissioni. Il caso finì in tribunale, ma mise in difficoltà il giudice in mancanza di una legislazione che stabilisse chi era l'effettivo proprietario dello spazio sottostante la finestra dell’ascoltatore abusivo. Si ignora se alla resa dei conti il signor Kapus sia stato costretto a pagare una multa e se abbia continuato ad ascoltare il servizio in un modo o nell'altro.


Dall'Araldo Telefonico a Radio Budapest

Un ostacolo assai più serio alla diffusione di Telefon Hírmondó si verificò fra l’agosto del 1919 e il gennaio del 1920 quando, durante la guerra fra Ungheria e Romania, Budapest fu occupata dalle truppe di Bucarest. Durante la loro permanenza in città, i soldati rumeni distrussero la maggior parte della rete telefonica dell’emittente e occorsero mesi per ripristinarla. Sennonché, nell'inverno del 1923, una forte nevicata abbattutasi sulla capitale mise di nuovo l'infrastruttura dell'araldo in ginocchio. Infine, nella primavera del 1924, quando Telefon Hírmondó ancora non era tornato a trasmettere a pieno regime, a Budapest si cominciarono ad effettuare esperimenti concreti di radiofonia tradizionale.

Il primo programma musicale irradiato su onde medie nelle capitale ungherese risale al 15 marzo del 1924. Fu curato dal direttore tecnico delle Poste centrali, Bernard Paskay, e venne trasmesso da uno studio improvvisato all’interno di un negozio di mobili. Nonostante la potenza del rudimentale radiotrasmettitore adoperato da Paskay passasse dagli iniziali 250 watt a 2 kilowatt, né lui né i suoi collaboratori delle Poste ungheresi sapevano come crearsi un pubblico di ascoltatori in quanto non avevano la minima esperienza in trasmissioni radiofoniche. Così chiesero aiuto ai proprietari di Telefon Hírmondó che, grazie ai loro 31 anni di programmazione giornaliera alle spalle, sapevano bene come venire incontro alle aspettative informative e ricreative degli abitanti della capitale. Fu quindi siglato un accordo e il primo maggio del 1925 venne diffuso il seguente messaggio inaugurale nell’etere:

“Pronto? Pronto!

Questa è la stazione radio ungherese da 2 kilowatt che trasmette su onde a 565 metri”.

Quattro mesi dopo, il 25 settembre, sarebbero iniziate le trasmissioni di Radio Hírmondó basate in parte sui palinsesti del servizio di Telefon Hírmondó, a cominciare dai notiziari. Nei successivi 20 anni, l'araldo telefonico di Budapest si sarebbe via via defilato, diffondendo tramite la sua rete sempre più programmi trasmessi su onde medie, fino a sparire nel 1944. Radio Hírmondó, invece, sarebbe esistita sotto questo nome per appena due mesi. Proprio nel 1925, infatti, il parlamento di Budapest varò una legge sulle trasmissioni radiofoniche che pose le basi per la creazione della prima emittente nazionale denominata Magyar Telefon Hírmondó és Rádió (Araldo telefonico e radiofonico ungherese) e diretta discendente di Radio Hírmondó. Nacque così la futura Magyar Rádió, da allora nota nel resto del mondo come Radio Budapest, che trasmette tuttora e la cui data ufficiale di inizio dei programmi è il 1° dicembre del 1925. Ma questa è un'altra storia che, forse, racconteremo in seguito.

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