Václav #6
15-28 febbraio 2019
Nella seconda metà di febbraio ha tenuto banco il clamoroso scontro diplomatico tra Polonia e Israele, che ha portato Varsavia a disertare - e ipso facto annullare - il vertice che i Paesi Visegrád avrebbero dovuto tenere a Gerusalemme il 18 e 19 del mese. Sarebbe stato il primo summit V4 a svolgersi fuori dall'Europa Centrale.
Sempre dalla Polonia, segnaliamo una bella storia da Danzica, dove i cittadini, con una maxi-colletta, hanno permesso al Centro europeo Solidarność, che ripercorre la storia del sindacato che sconfisse il comunismo, di aggirare i tagli previsti dal ministero della cultura. Tagli per molti dovuti a considerazioni politiche.
In Slovacchia si è commemorato il primo anniversario della morte di Ján Kuciak e della sua compagna Martina Kušnírová, e su questo caso, che scuota ancora politica, coscienze e business, c'è una bella inchiesta di Irpi, consorzio di giornalisti investigativi. Dalla vicina Repubblica Ceca, ecco un sondaggio interessante sui lavoratori stranieri a Praga: sono quasi un terzo del totale, con gli ucraini a rappresentare il gruppo più consistente. Infine l'Ungheria, dove il governo, in vista delle europee di maggio, ha scatenato una durissima campagna contro il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Sia lui che Orbán sono membri del Partito popolare europeo. Il premier ungherese verrà cacciato?
Come sempre, spazio anche a un po' di cultura e di curiosità. Rilanciamo per esempio la storia di Feliks “Papa” Stamm, giù uscita sul nostro sito. Stamm fu l'allenatore simbolo dell'epoca d'oro della boxe polacca. E parliamo anche di Joci Pápai, il cantante che rappresenterà l'Ungheria al prossimo Eurovision. Un cantante, ma anche un attivista dei diritti dei rom.
Buona lettura!
POLONIA
Polonia vs. Israele
Il vertice dei Paesi Visegrád in programma a Gerusalemme il 18 e 19 febbraio è stato annullato per via dello scontro diplomatico apertosi tra Polonia e Israele. Tutto è scoppiato per via di alcune dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu sulla collaborazione dei polacchi con il nazismo, rilasciate a margine della conferenza sul Medio Oriente tenutasi di recente a Varsavia. Il governo polacco ha reagito con durezza, spiegando che in Polonia non ci furono forme di collaborazionismo durante la Seconda guerra mondiale e chiedendo a Netanyahu di smentire quelle dichiarazioni. Il primo ministro israeliano si è limitato a un comunicato – non suo, ma del suo ufficio – in cui si è precisato che a collaborare con il nazismo furono alcuni polacchi, non la Polonia come nazione (Haaretz).
A precipitare la situazione sono giunte le dichiarazioni del ministro degli esteri dello Stato ebraico, Yisrael Katz, secondo cui «i polacchi si nutrono di antisemitismo già con il latte materno». Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha definito razziste le parole di Katz, scegliendo di non partecipare al vertice di Visegrád a Gerusalemme. Che a quel punto è saltato. Netanyahu, che lo scorso anno, durante una sua visita in Europa Centrale, aveva invitato i V4 a tenere il summit “fuori casa” per la prima volta nella storia, ha tenuto colloqui bilaterali con i premier ceco, slovacco e ungherese.
Potere, elezioni e denaro
Diritto e giustizia (Pis), il partito al governo, avrebbe beneficiato per la campagna elettorale del 2015 di donazioni fatte alla Croce rossa polacca. Lo ha svelato un’inchiesta di Gazeta Wyborcza, che ha portato a un’interrogazione parlamentare da parte dell’opposizione. Come ricorda il Washington Post, che si è occupato della vicenda, in Polonia i partiti hanno il divieto di fare affari o di attingere ai fondi dalle imprese. Intanto, in vista delle elezioni europee di maggio e delle politiche, in programma in autunno, il leader del PiS, Jarosław Kaczyński, sta promettendo spesa sociale e benefit economici per i cittadini. Il welfare è una delle principali chiavi del consenso avuto dal PiS in questi anni.
Soros punta a Radio Zet
Il magnate americano di origine ungherese George Soros sarebbe sul punto di acquistare Radio Zet, la seconda radio più ascoltata del Paese. L’operazione, che avverrebbe in collaborazione con il gruppo editoriale Agora S.A, editore di Gazeta Wyborcza, ha scatenato le proteste dei nazionalisti. La radio sarebbe anche nel mirino di gruppi editoriali vicini al governo, nell’ottica del progetto di “ripolonizzazione” dell’industria dei media, a oggi mai decollato, a dire la verità.L’articolo di Bloomberg.
Una colletta per il museo di Solidarność
Un milione e mezzo di Euro: è quanto raccolto attraverso una sottoscrizione pubblica per sostenere spese e funzionamento del Centro europeo di Solidarność di Danzica, il museo che racconta, cura e tratta la memoria e la storia del grande sindacato-partito che diede la prima, violenta spallata al comunismo. La colletta è scattata dopo che il governo aveva effettuato un taglio sensibile – di 800mila Euro – al budget della struttura. La risposta dei cittadini è stata notevole. Racconta questa storia Pierluigi Mennitti sul suo blog, Alexanderplatz.
Miracolo economico, ma fino a quando?
Il magazine statunitense The Globalist analizza le ragioni della vigorosa crescita economica polacca degli ultimi 30 anni. Basso livello di debito pubblico e privato, rapido sviluppo istituzionale, ristrutturazione del debito estero, attenzione all’educazione e una privatizzazione aperta e trasparente: queste le ricette che hanno permesso a Varsavia di incrementare il proprio Pil del 150% rispetto al 1989. Per mantenere un buon grado di sviluppo – si legge nell’articolo – bisogna puntare sull’inclusività, offrendo incentivi alle fasce deboli della popolazione.
E poi uno sguardo ai due grandi pericoli capaci di minare la crescita. Uno è l’invecchiamento della popolazione, l’altro è l’indebolimento del progetto europeo. Dall’adesione del 2004, la Polonia ha ricevuto dall’Ue più 100 miliardi di Euro in fondi.
L’epopea della boxe polacca
La storia di Feliks “Papa” Stamm, il leggendario allenatore di pugilato, e degli atleti che diedero lustro e blasone alla Polonia sui ring mondiali negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. Un racconto di Fabio Turco per il nostro sito, tutto da leggere.
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