Václav #17
5 - 19 settembre 2019
In Polonia cominciano a profilarsi le elezioni parlamentari che si terranno il prossimo 13 ottobre. L’incombente appuntamento elettorale ha costretto i due principali schieramenti, Coalizione Elettorale (KO) e Diritto e Giustizia (PiS), a ufficializzare i rispettivi candidati premier. Secondo i sondaggi la vittoria del PiS non dovrebbe essere messa in discussione, ma attenzione alla crescita di Lewica, la coalizione di sinistra guidata da Robert Biedroń che potrebbe raggiungere un risultato inaspettato.
In Slovacchia il premier Peter Pellegrini incassa una sofferta fiducia in parlamento, ma gli inquietanti legami tra criminalità e politica svelati dall’evolversi delle indagini sull’omicidio di Ján Kuciak, rischiano di mettere a serio rischio la tenuta dell’esecutivo.
La Repubblica Ceca ha passato invece un settembre piuttosto agitato sul fronte diplomatico. Per ragioni diverse, Kosovo, Russia e Cina hanno avuto delle rimostranze nei confronti di Praga. Le buone notizie per il premier Babiš arrivano dal fronte giudiziario: la procura ha deciso di archiviare le accuse di frode fiscale per il caso Agrofert.
In Ungheria, così come in Polonia, tiene banco il tema della famiglia. Il primo ministro Viktor Orbán ha annunciato l’impegno del governo per attuare politiche patriottiche che promuovano la natalità e contrastino la sostituzione etnica del cosiddetto piano Kalergi. Al contempo recenti statistiche mostrano come Budapest abbia registrato un deciso incremento di permessi di lavoro a lavoratori extra Ue, specialmente per quanto riguarda i lavoratori specializzati.
Ma non di solo politica si occuperà il Vacláv di questa prima metà di settembre: spazio a un radio documentario del nostro Matteo Tacconi dedicato a Danzica e trasmesso da RSI, notizie calcistiche di ieri e di oggi in Slovacchia e Ungheria, mentre Radio Free Europe si appresta a tornare a Budapest.
Questo e molto altro ovviamente,
intanto vi auguriamo buona lettura!
POLONIA
Verso le elezioni
Si avvicinano a grandi passi le elezioni del parlamentari del 13 ottobre, e la campagna elettorale è entrata nel vivo. A dettare l’agenda del dibattito politico è il leader del PiS Jarosław Kaczyński, che si è lanciato in duri attacchi contro quella che lui ritiene essere la lobby Lgbt, e ha annunciato delle modifiche, in caso di vittoria, alle leggi che regolano l’immunità parlamentare e il riconoscimento dei giornalisti. Intanto l’alleanza progressista di Coalizione Elettorale (KO) ha svelato il nome del candidato premier, che sarà Małgorzata Kidawa-Błońska, attuale vice maresciallo del Sejm (corrispettivo del vicepresidente della Camera dei deputati). A lei si contrapporrà l’attuale Primo ministro Mateusz Morawiecki. L’investitura a candidato premier è arrivata direttamente da Jarosław Kaczyński. Gli ultimi sondaggi riportati da Politico danno il PiS in netto vantaggio, con il 47% delle preferenze, mentre KO risulta staccata di venti punti percentuali. Il vero ago della bilancia rischia di essere Lewica, la coalizione di sinistra capitanata da Robert Biedroń, che attualmente verrebbe votata dal 14% degli elettori.
Super salario minimo
Bonus familiari, aumento dell’età pensionabile, farmaci gratis agli anziani e altre misure di welfare. In questi anni, il governo polacco, forte del tasso medio di crescita molto sostenuto, ha aperto i rubinetti della spesa. Un’altra misura, notevole, è all’orizzonte: l’aumento del salario minimo. Da qui al 2023 crescerà del 78%, fino a 4000 zloty, poco più di 900 Euro. “È finita l’era del lavoro a basso costo”, ha affermato il premier Mateusz Morawiecki. Qualche dubbio tra le aziende è però sorto, rivela Bloomberg. Dal 1989 a oggi la crescita polacca si è fondata in discreta misura sulla competitività produttiva. In altre parole, sui costi bassi di energia, manodopera e altro. La manovra per alzare il salario minimo è parte della strategia elettorale del PiS per confermarsi al governo.
Agricoltura Ue alla Polonia
Janusz Wojciechowski è il nuovo commissario europeo all’Agricoltura. Ha 64 anni, e da più di 15 siede all’Europarlamento. È membro di Diritto e Giustizia (PiS), la forza al governo a Varsavia. In passato però aveva militato nel Partito popolare polacco (Psl), forza radicata nel mondo rurale e affratellata con il Partito popolare europeo (gli eurodeputati PiS siedono invece tra i banchi degli euroscettici). Per la Polonia, ottenere il portafoglio all’agricoltura è molto importante. L’Agricoltura, come noto, è la voce di spesa principale del bilancio europeo. Oltretutto, dall’adesione del 2004 ha permesso a molte piccole aziende polacche di affermarsi sul mercato e migliorare sensibilmente la propria produttività.
Il Sole 24 Ore analizza la nomina di Wojciechowski in chiave politica. Per la precisione, ricorda che la Polonia, governata con piglio sovranista, ha votato a favore dell’insediamento della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, a differenza della Lega di Matteo Salvini. Una scelta sbagliata, quella dell’ex ministro dell’Interno, secondo il quotidiano milanese. Giusta quella polacca. Il governo è euroscettico, ma sa che – questa la tesi dell’articolo – gli interessi nazionali si difendono anche dentro l’Ue, senza cercare per forza lo strappo.
Sempre il Sole 24 Ore, in un pezzo sulla composizione della nuove giunta europea, ricorda che il commissario polacco è indagato dall’Ufficio antifrode Ue per irregolarità nei rimborsi di viaggio da europarlamentare.
Bruxelles migliora le ferrovie
La Commissione europea mette sul piatto 676 milioni di Euro per modernizzare le infrastrutture polacche. Una gran parte della somma stanziata, 487 milioni, riguarderà il miglioramento della tecnologia delle ferrovie. Quella attuale è ormai antiquata. Un’altra parte del budget, consistente (117 milioni) andrà alla rete ferroviaria della Slesia, la regione meridionale del Paese, famosa per le miniere di carbone e le fabbriche. Il comunicato della Commissione.
Gli F35 di Trump
L’amministrazione Trump ha approvato la vendita di 32 caccia F35 alla Polonia, per un incasso di 6,5 miliardi di dollari. Lo riferisce il sito della CNN, ricordando che il valore è pari alla metà del budget a disposizione della difesa polacca per il 2019. Con questo acquisto la Polonia conferma la sua verve atlantica (e anche la sua vicinanza all’amministrazione Trump).
L’eco della Seconda guerra mondiale
Il primo settembre del 1939 scoppiava la Seconda guerra mondiale. E scoppiava a Danzica. Il nostro Matteo Tacconi, per conto della RSI, è andato nella città baltica per raccontare questo e l’altro grande avvenimento storico – la nascita di Solidarność – per cui Danzica è famosa. Qui il suo lungo radio documentario.
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